Massimo Bugani e il complotto dell'esposto sulle firme false in Emilia Romagna

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-10-26

Il candidato sindaco M5S a Bologna parla di “giochino” ai suoi danni ordito dagli amici di Andrea Defranceschi ma uno degli attivisti che hanno presentato l’esposto smentisce tutto e rilancia: Bugani mostri le prove della querela nei miei confronti.

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Massimo Bugani, consigliere comunale a Bologna (ed ex candidato Sindaco) per il MoVimento 5 Stelle e fedelissimo di Beppe Grillo interviene oggi su Repubblica sulla questione del fascicolo di indagine – attualmente contro ignoti – raccolto dai Carabinieri a proposito di alcune presunte irregolarità nella raccolta delle firme per le elezioni regionali del 2014. La questione, esplosa già nell’ottobre del 2014 è tornata alla ribalta dopo che ieri è uscita la notizia che i Carabinieri hanno trovato dei riscontri rispetto alle accuse avanzate da due ex attivisti del MoVimento (Stefano Adani e Paolo Pasquino) che avevano raccolto e consegnato ai Carabinieri le prove relativi ad alcuni episodi avvenuti nell’autunno del 2014.

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Marco Piazza (a destra) e Massimo Bugani in piazza durante un comizio

La posizione scomoda di Massimo Bugani sulle presunte firme false per le Regionali 2014

A Repubblica Bugani ha detto di avere fiducia nel lavoro degli inquirenti ma anche nei collaboratori del MoVimento che si sono occupati della raccolta e dell’autentica delle firme raccolte per le regionali. Secondo Bugani però si tratta di un attacco politico in piena regola portato avanti da “amici di Andrea Defranceschi”, il quale era indispettito perché non era stato messo in lista per le regionali. Andrea Defranceschi, ex consigliere regionale (e vicino alle posizioni del Sindaco di Parma Federico Pizzarotti) che era stato espulso nel 2014. Un attacco personale, diretto proprio a Bugani che – spiega – all’epoca aveva querelato i due attivisti che hanno compilato il dossier ora al vaglio della Procura. A parte quel “giochino” però per Bugani è tutto regolare, anzi i due probabilmente

In ogni caso non crede che ci possano essere state irregolarità nella raccolta?
«Hanno raccolto quelle firme persone scrupolose e attente, gli autenticatori a Bologna erano il consigliere comunale Marco Piazza e un dipendente comunale, Stefano Negroni, che evidentemente queste persone che hanno fatto l’esposto non conoscevano. Per questo mostrano foto in cui sostengono non fosse presente un autenticatore, perché non lo conoscevano».
Ma se qualcuno non avesse riconosciuto la sua firma in calce a un modulo, come pare emergere da alcune indiscrezioni, secondo lei come si potrebbe spiegare?
«Io so che c’era un attacco politico in piena regola nei miei confronti, motivato dal fatto che un loro amico era stato escluso dalle liste per problemi evidenti. C’è stato quindi un attacco mirato e se qualcuno si è attrezzato per fare il giochino, l’ha fatto».
Quale giochino?
«Ribadisco, non escludiamo che si siano messi d’accordo per fare questo giochino».

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Massimo Bugani con Luigi Di Maio al Circo Massimo (via Facebook.com)

Ci sono però delle cose che Bugani non dice. La prima è quella riguardante la raccolta delle firme al Circo Massimo durante il raduno del M5S, cosa che non si sarebbe potuta fare perché al di fuori del territorio di competenza, su quel punto che stando ad alcune testimonianze raccolte dai Carabinieri parrebbe esserci un riscontro. Proprio si questa questione il 12 ottobre due ex deputati Cinque Stelle Mara Mucci e Aris Prodani hanno presentato un’interrogazione ai ministri della Giustizia e dell’Interno nella quale si fa esplicitamente riferimento alla raccolta firme avvenuta al Circo Massimo nell’ottobre del 2014 e si parla di “violazioni documentate anche con foto”. Bugani però glissa e preferisce parlare dell’episodio bolognese accusando Adani e Pasquino (senza nominarli ma i nomi sono noti) di non essersi accorti della presenza in piazza del consigliere Piazza e di Stefano Negroni. Raggiunto da Nextquotidiano però Adani dà un’altra versione dei fatti decisamente in contrasto con il racconto di Bugani. In primo luogo Adani dice non essere mai stato raggiungo da una querela ed anzi invita il consigliere pentastellato a pubblicarla su Facebook (oscurando i dati sensibili) a riprova della veridicità delle sue affermazioni. Rispetto invece alle accuse di complotto contro Bugani Adani dice che “conoscere Defranceschi non è pregiudiziale per poter tramare contro Bugani. Conosco persone dentro e fuori il MoVimento e quindi questo non significa nulla“. E tra le persone che Adani conosce (se non altro di vista, come tutti i grillini bolognesi) ci sono proprio anche Marco Piazza e Stefano Negroni, ed è a suo avviso da escludere l’ipotesi del Cinque Stelle bolognese secondo la quale i due non conoscessero l’autenticatore e pertanto non l’avessero riconosciuto ai banchetti. Adani incalza infine Bugani sull’ipotesi di complotti e giochini ai suoi danni, smentendo nella maniera più assoluta che “il giochino” sia tramato dai due che hanno presentato l’esposto: “Bugani la deve smettere di considerarmi come un esponente dei poteri forti che trama alle sue spalle”, ha aggiunto. Nel frattempo il PM di Bologna Michela Guidi ha ricevuto il fascicolo che ipotizza la violazione di un articolo della legge elettorale che riguarda chi forma falsamente liste di elettori o di candidati.
 
 

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