Martina Rossi: dopo la condanna gli avvocati presentano ricorso in Cassazione

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-06-13

La Cassazione dovrà pronunciarsi in tempi rapidi sul ricorso, perché a ottobre anche il reato di tentata violenza sessuale cadrà in prescrizione

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Torna in Cassazione il caso di Martina Rossi, la studentessa genovese di 20 anni morta la notte del 3 agosto 2011 precipitando dalla terrazza del sesto piano di un albergo a Palma di Maiorca, dove era in vacanza con le amiche. I legali di Luca Vanneschi, uno dei due giovani di Castiglion Fibocchi (Arezzo) condannati a tre anni di reclusione per tentata violenza sessuale di gruppo, hanno presentato ricorso alla Suprema Corte contro la sentenza di appello. I due difensori di Vanneschi, gli avvocati Stefano e Carlo Buricchi, hanno deposito l’atto in Cassazione, i cui termini scadevano ieri.

In primo grado davanti al Tribunale di Arezzo il 14 dicembre 2018 Vanneschi e l’amico Alessandro Albertoni vennero condannati a 6 anni di reclusione per tentato stupro e morte in conseguenza di altro reato. Il 9 giugno 2020 la Corte d’appello di Firenze aveva assolto Albertoni e Vanneschi “perché il fatto non sussiste”. La Cassazione il 21 gennaio 2021 ha annullato la sentenza di assoluzione disponendo un nuovo processo per i due imputati. L’appello bis a Firenze lo scorso 28 aprile si è concluso con la condanna a 3 anni di Vanneschi e Albertoni tentata violenza sessuale di gruppo essendosi prescritto l’altro reato.

La Cassazione dovrà pronunciarsi in tempi rapidi sul ricorso, perchè nel prossimo mese di ottobre anche il reato di tentata violenza sessuale cadrà in prescrizione. Nel ricorso dei legali di Vanneschi si demoliscono alcuni passaggi della sentenza appello, giudicata “illogica e contraddittoria”.

Per la Corte d’appello di Firenze, come si legge nelle motivazioni del processo bis, i giudici ritengono “provato al di là di ogni ragionevole dubbio che Martina Rossi, la mattina del 3 agosto 2011, precipitò dal terrazzo della camera 609 dell’albergo dove alloggiava, nel tentativo di sottrarsi a una aggressione sessuale perpretata a suo danno dagli imputati”.

“Deve rivelarsi come la valutazione delle condotte accertate in relazione al delitto di tentata violenza di gruppo porta a ritenere che fosse assolutamente prevedibile che Martina, bloccata da entrambi gli imputati la via di fuga che passava dalla porta di accesso alla camera, avrebbe cercato la via di fuga nel terrazzo poiche’ l’uscita dalla porta di ingresso le era preclusa”, proseguono i giudici. “Quindi era assolutamente prevedibile che indurre la ragazza a cercare ‘scampo’ attraverso il terrazzo comportava la preventiva valutazione che la ragazza, nel tentativo di fuggire – scrivono ancora i giudice nelle 92 pagine di motivazioni della sentenza – potesse mettere in atto azioni che la esponevano al rischio oggettivo di precipitare dal terrazzo della camera di albergo”.

Per quanto attiene alle condotte degli imputati “la presenza dei graffi sul collo di Albertoni e di lesioni non compatibili con la caduta al suolo sul corpo di Martina Rossi fanno ritenere accertato in causa che all’interno della camera 609 avvenne colluttazione tra l’imputato e la ragazza – proseguono i giudici – collutazione anche particolarmente violenta, tanto da determinare quella condizione di panico che spinse Martina a trovare rifugio nel terrazzo della camera, e durante la quale evidentemente si lacerarono i pantaloncini che indossava la ragazza”. Nelle motivazioni della sentenza si legge, inoltre, che “è ragionevole ritenere che Vanneschi spalleggiò l’amico e si frappose fra Martina e l’uscita dalla camera”.

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