Mario Vece: l'artificiere ferito nello scoppio della bomba al Bargello di Firenze

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-01-02

L’ordigno di ieri mattina somiglia ad altri esplosi o fatti ritrovare in diverse regioni d’Italia. Gli investigatori stanno analizzando sia come è stato confezionato, sia i materiali usati per assemblarlo. Lo scoppio alle 5,30 di mattina

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Mario Vece, 39 anni, sovrintendente di polizia, artificiere, origini campane, residente ad Altopascio è l’uomo che ha perso un occhio e la mano nel tentativo di disinnescare la bomba trovata davanti al Bargello, libreria vicina a Casapound in via Leonardo Da Vinci a Firenze. La bomba gli ha spappolato la mano sinistra che più tardi sarà amputata e devastato l’occhio destro, dal quale molto difficilmente tornerà a vedere.

Mario Vece: l’artificiere ferito nello scoppio della bomba al Bargello di Firenze

L’esplosione si è verificata intorno alle 5.30. La zona, come da procedura in questi casi, è stata isolata e chiusa. Il primo ad avvicinarsi all’ordigno è Vece, sovrintendente della polizia di Stato in organico alla squadra artificieri della questura. In quel momento, forse proprio perché attivato da un timer, l’ordigno è esploso. I frammenti della bomba, che pare contenesse anche elementi metallici, sono stati scagliati a metri di distanza. Immediati i soccorsi al poliziotto. Per ore, agenti della Digos e della polizia scientifica hanno lavorato sul posto. L’ordigno, di tipo artigianale, secondo quanto si è appreso, aveva appunto il timer, ed era stato infilato tra le maglie della serranda del negozio in modo da ottenere il massimo effetto della deflagrazione. Racconta il Corriere della Sera:

Il sovrintendente viene colpito in pieno alla mano sinistra e all’occhio destro. Cade a terra mentre i colleghi lo soccorrono. È una bomba non di grande potenza ma capace di uccidere e ha un timer; la scientifica sta cercando di capire se l’ordigno dovesse esplodere proprio a quell’ora. Se non ci sono altri feriti è un miracolo. Schegge di metallo sono state trovate sino a quaranta metri di distanza. Le indagini, riservatissime, puntano alla matrice politica, ed esplorano il complesso arcipelago anarchico-insurrezionalista e antagonista. Scattano perquisizioni ma, sino a ieri sera, non si registravano fermi. È il terzo attentato in un anno ai danni della libreria. Il 14 gennaio del 2016 un gruppo di almeno una ventina di incappucciati devastarono il locale che allora si trovava in una zona periferica. E nella notte tra il 2 e il 3 febbraio venne fatta esplodere una bomba carta.

Nel primo intervento, l’equipe di chirurgia della mano del Cto, diretta dal dottor Massimo Ceruso, ha dovuto eseguire l’amputazione della mano. Nel secondo, si apprende dall’ospedale di Careggi, il poliziotto è stato operato all’occhio per la rimozione dei frammenti dell’ordigno. L’intervento, eseguito dall’équipe oculistica del dottor Stanislao Rizzo, ha consentito la ricostruzione del bulbo oculare. Se e quanta capacità visiva si sarà conservata potrà essere stabilito solo fra qualche settimana. La prognosi è riservata.

Il Bargello di Firenze attaccato tre volte

Le immagini delle telecamere di zona potranno essere utili per registrare i movimenti di chi si è recato in zona nelle ultime ore. Gli investigatori seguono adesso la pista degli anarco-insurrezionalisti: dai primi rilievi effettuati, le modalità costruttive della bomba ricorderebbero episodi già accaduti in passato. Il responsabile di CasaPound Firenze Saverio Di Giulio ricorda invece i precedenti attentati subiti dall’associazione. A cominciare dal grosso petardo e dalla vetrina distrutta a colpi di mattone giusto un anno fa, nel gennaio 2016.

L’ordigno di ieri mattina somiglia ad altri esplosi o fatti ritrovare in diverse regioni d’Italia. Gli investigatori stanno analizzando sia come è stato confezionato, sia i materiali usati per assemblarlo. Per esempio un tubo di metallo, probabilmente un barattolo imbottito di polvere esplosiva e collegato a un timer di «quelli che si trovano anche nei mercati». Un ordigno artigianale, sistemato in una busta della spesa e infilato fra la vetrina e la saracinesca della libreria “Il Bargello” di Firenze tagliando anche una rete di plastica che era un’ulteriore protezione. La libreria fa riferimento a CasaPound, cioè all’estrema destra. La pista è quella politica «in relazione all’obiettivo e alle caratteristiche del manufatto». Ci scandaglia l’area anarchica e la galassia antagonista ad «ampio spettro», anche per una sequenza di precedenti che avevano messo nel mirino la stessa libreria che prima si trovava in un’altra strada di Firenze.

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Foto copertina: Corriere della Sera

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