Mario Canino: il candidato cacciato dal M5S e riammesso dal tribunale

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-07-14

Una storia dimenticata torna d’attualità. Quella dei candidati esclusi dalle liste del M5S Roma prima della presentazione: oggi il tribunale di Roma sospende un provvedimento di espulsione. E il giudice spiega che i grillini non hanno portato argomenti per replicare nel merito all’altra parte. A settembre arriverà la richiesta di risarcimento. E lì…

article-post

Mario Canino è un ex candidato del MoVimento 5 Stelle che aveva ottenuto un posto nelle liste di Roma alle Comunarie per correre per il Campidoglio, ma è stato escluso perché è emerso che nel 2011 era iscritto all’Italia dei Valori. Canino ha fatto ricorso in tribunale perché il M5S ha stabilito il divieto, per i suoi candidati, di essere iscritti ad altri partiti politici, ma secondo l’avvocato di Canino questo divieto riguarda l’iscrizione al momento della candidatura e non invece le esperienze pregresse. Il tribunale civile di Roma aveva riammesso con riserva il 17 maggio scorso Canino nel M5S: oggi il giudice ha sciolto la riserva e definitivamente sospeso «l’efficacia del provvedimento di espulsione del signor Mario Canino dall’Associazione MoVimento 5 Stelle irrogato in data 21 marzo 2016».

Mario Canino: il candidato cacciato dal M5S e riammesso dal tribunale

Dopo la sospensione cautelare del maggio scorso – avvenuta senza l’ascolto dell’altra parte in causa per un problema di notifiche – infatti il M5S si era costituito e aveva fatto sapere di aver riammesso nell’associazione il ricorrente «con riserva di espulsione all’esito del giudizio di merito» e, precisamente, «senza desistere dal sostenere la legittimità della espulsione (e dell’esclusione dalla lista dei candidati) e riservandosi di procedere alla stessa all’esito del giudizio di merito»; ma i grillini avevano anche fatto sapere di non essere stati nelle condizioni di riammettere Canino nelle liste elettorali visto il ristretto tempo a disposizione per la presentazione ufficiale delle liste, che è arrivata il giorno successivo. Il giudice nell’atto fa quindi sapere che la domanda di Canino verrà valutata esclusivamente sotto il profilo risarcitorio: questo significa che se a sentenza il M5S sarà riconosciuto in torto, dovrà pagare una cifra come indennizzo a Canino. E fa anche notare che i grillini non hanno prodotto prove o ragionamenti tali da far ritenere errato il suo provvedimento.

mario canino 1
Il provvedimento del tribunale civile di Roma

Quindi decide di sospendere definitivamente l’espulsione di Canino in attesa di decidere come proseguirà la causa. Che a questo punto, in assenza di prove documentali dell’altra parte riguardo la bontà dell’espulsion valuterà il danno che ha subito Canino e un risarcimento economico. La domanda risarcitoria arriverà a settembre. La richiesta dovrebbe aggirarsi intorno ai 150mila euro. Ovvero la stessa cifra della clausola inserita dal M5S Roma come danno per il MoVimento in caso di cambio casacca. Visto che un posto da consigliere “vale” per il M5S 150mila euro, è il ragionamento, la medesima cifra deve valere l’esclusione dalla lista senza colpe. Nel caso il M5S Roma dovesse perdere, sarà curioso scoprire chi dovrà pagare. E con i soldi di chi.

Potrebbe interessarti anche