L’attacco di Adinolfi a Mahmood e alla inesistente “ideologia gender”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-02-06

Il giornalista si è scagliato contro il vincitore, assieme a Blanco, di Sanremo 2022 asserendo che il cantante abbia rubato la vittoria a Elisa e Gianni Morandi che “hanno la sfortuna di essere etero quando dominano gli Lgbt”.

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Mario Adinolfi non perde occasione per vestire i panni del moderno censore e fustigatore dei costumi corrotti. Con una vetrina invitante come quella di Sanremo, poi, la ghiottoneria del devoto giornalista è stata ulteriormente stimolata. E così, dopo aver trascorso giornate a twittare contro la decadenza, che secondo lui andava in scena all’Ariston, arrivando a denunciare “un uso evidente di droga fatto dietro le quinte”, Adinolfi ha detto la sua anche sui vincitori.

L’attacco di Adinolfi a Mahmood e alla inesistente “ideologia gender”

“Dopo aver rubato la vittoria a Ultimo, sulla spinta dell’ideologia immigrazionista allora da contrapporre a Salvini, stavolta Mahmood – scrive sui social il leader del Popolo della Famiglia – opera il furto ai danni di due giganti della musica italiana (Elisa e Morandi) che hanno la sfortuna di essere etero quando dominano gli Lgbt. La sproporzione clamorosa tra cantanti gay (o gayish o bisex o fluid) a cui è stato consentito di tutto pur di proporre in maniera chiara e dura che l’ideologia gender è vincente rispetto al numero di cantanti etero tutti confinati nell’area ‘vecchi’, non rispecchia in nulla la società italiana. Ma che scrivo a fare. Sono riusciti a farvi diventare così coglioni da non capire che non esistono poteri buoni”, ha scritto Adinolfi, citando anche Fabrizio De André nel finale.

Il solito refrain che mette nel mirino fantomatiche lobby gay e con cui il giornalista si erge a difensore di eterosessuali, famiglie tradizionali e della buona e sana normalità di una volta. Dimenticando, però, che queste categorie di persone non hanno diritti da conquistare o identità da difendere. Adinolfi, che si pone come un tribuno della plebe offesa dagli scandali, si comporta, in realtà, come un sindacalista di garantiti. Nella compulsione con cui questi giorni il giornalista ha detto la sua su tutto ciò che avveniva a Sanremo, ha anche trovato il tempo per fare i complimenti alla splendida Ana Mena.

“Ho già dedicato il mio apprezzamento a Ana Mena, ingiustamente massacrata dai giornalisti italiani perché sa essere bella, bionda e etero. 10, 10, 10 da me”, ha scritto Adinolfi. Anche in questo caso ci sentiamo di dire che le belle ragazze non sono proprio panda in via d’estinzione come ci vorrebbe far credere il nostro devoto censore.

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