“Marina Ovsyannikova è una spia”: come viene considerata in Ucraina la giornalista pacifista

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-06-07

Marina Ovsyannikova viene ritenuta una spia in Ucraina: è costretta a vivere a Berlino dopo essere scappata dalla Russia

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Nessuno, in Ucraina, crede a Marina Ovsyannikova, la giornalista russa che interruppe un telegiornale della rete ammiraglia del Cremlino Channel One con un messaggio che inneggiava alla pace. La sua vicenda processuale, il fatto che sia riuscita ad uscire dal Paese senza grandi difficoltà nonostante l’enorme repressione del dissenso, hanno fatto credere alle autorità di Kyiv che si tratti di una spia dell’Fsb. “Sono arrivata in Ucraina il 27 maggio – racconta a Repubblica – perché volevo intervistare Zelensky, mostrare alla Russia gli orrori di Bucha e il male che sta facendo Putin al popolo ucraino. il 31 sono dovuta scappare perché la scorta era molto preoccupata per la mia incolumità”.

“Marina Ovsyannikova è una spia”: come viene considerata in Ucraina la giornalista pacifista

Ovsyannikova è nata a Odessa, è per metà ucraina e per metà russa e proprio un messaggio di fratellanza tra i due popoli era il ragionamento alla base del suo striscione, esposto per un attimo e poi prontamente censurato dai media del Cremlino. A insospettire la controparte di Kyiv il fatto che la producer 43enne abbia sempre cercato di incentrare su Vladimir Putin le sue critiche e le richieste di sanzioni, scindendo il presidente russo dalla popolazione. “Esattamente la narrativa di cui ha bisogno il Cremlino per farsi togliere le sanzioni”, ha commentato su Facebook Dima Replianchuk, giornalista investigativo che collabora con gli investigatori ucraini. Lei intanto ritratta: “Quelle frasi sulle sanzioni le ho dette prima di aver visto il massacro di Bucha, ora ho cambiato idea! Ora sono convinta che la guerra sia una responsabilità collettiva dei russi e che la comunità internazionale debba colpire la Federazione con più sanzioni di quante ne ha già approvate. Ero pronta a spiegarlo di persona, però non me ne è stata data la possibilità”.

Era pronta a rispondere alle domande durante un meeting per parlare di come funziona la propaganda russa, ma è stato annullato. “Ero disponibile anche a ripetere per l’ennesima volta che sono uscita dalla Russia non perché sono una spia ma solo grazie all’aiuto della comunità internazionale, soprattutto Stati Uniti e Francia. Zelensky allora si era congratulato con me. Adesso vivo a Berlino, da sola. Ho perso tutto per sostenere gli ucraini: i miei figli sono come prigionieri in Russia e non li posso abbracciare, non ho più la mia casa, non ho più il mio lavoro. Eppure, in Ucraina, mi odiano”.

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