Attualità
Mare Nostrum e Triton: una differenza che fa strage
neXtQuotidiano 11/02/2015
I migranti muoiono di freddo perché sono cambiate le regole di ingaggio delle missioni. E così…
Qual è la differenza tra Mare Nostrum e Triton? Per capirla basta guardare i numeri: mentre la prima si dipanava lungo le acque internazionali, la seconda ha un raggio d’azione fino a 30 miglia marine dalla costa. E i risultati si vedono: mentre con la prima erano stati assistiti 189mila migranti da ottobre 2013 a dicembre 2014, con la seconda ne sono stati assistiti solo 3800. Il Corriere della Sera riepiloga la differenza tra le due missioni in due infografiche che spiegano perché i migranti muoiono di freddo: questa era Mare Nostrum.
E queste sono le differenze con Triton:
Amnesty International aveva spiegato con un avviso pubblico e una lettera aperta inviata quindici giorni fa al governo cosa sarebbe successo nell’ottobre scorso:
“Sin dall’avvio dell’Operazione Mare Nostrum, Amnesty International ha ripetutamente evidenziato la necessità che questa fosse sostenuta dall’intera Unione europea e dai suoi stati membri, e che l’Italia non possa e non debba essere lasciata sola nel difficile compito di gestire i flussi migratori verso l’Europa. Siamo ugualmente consapevoli dell’importanza dei risultati raggiunti dall’Operazione. Dopo i naufragi di Lampedusa del 2013, l’Italia ha salvato grazie a questa la vita di circa 140.000 persone. Nonostante ciò, si stima tuttavia che oltre 3000 persone siano morte in mare quest’anno, nel tentativo di raggiungere l’Europa” – prosegue la lettera.
Questo, secondo Amnesty International, dimostra che tale tipo di operazione non può essere in nessun modo ridimensionata, ma deve essere piuttosto potenziata e sostenuta da tutti gli stati membri dell’Ue.
Nella lettera al presidente Renzi e al ministro Alfano, Amnesty International sottolinea che “mentre, l’Operazione Mare nostrum costa circa nove milioni al mese e copre sia le acque europee, che quelle internazionali, Triton in base alle informazioni fino ad ora disponibili s’impegnerebbe con tre milioni di euro al mese e avrebbe un campo d’azione molto più ristretto, limitato alle zone adiacenti alle acque territoriali italiane. Inoltre, il focus primario di Triton rimarrebbe il controllo delle frontiere”.
“Amnesty International ritiene che qualunque operazione di ricerca e soccorso nel Mar Mediterraneo debba avere come priorità assoluta quella di proteggere le vite umane di coloro si trovano in mare e di assicurare loro l’accesso alla protezione internazionale. Inoltre, finché l’Unione europea non si impegna a disporre un’operazione collettiva che eguagli o addirittura superi le azioni di Mare nostrum, la nostra Organizzazione sollecita l’Italia a proseguire le sue operazioni di ricerca e soccorso per salvare vite umane in mare” – continua la lettera.
“Alla luce dell’arrivo di circa 165.000 rifugiati e migranti attraverso il Mediterraneo centrale, la metà dei quali provenienti da Siria ed Eritrea e dunque rifugiati “prima facie”, è chiaro che le persone continueranno a prendere questa strada pericolosa in cerca di sicurezza e rifugio. Amnesty International sollecita quindi il governo italiano a non porre fine all’Operazione Mare nostrum e a fare invece in modo che questa affianchi l’Operazione Triton per quelle parti di mare non coperte da quest’ultima, al fine di garantire soccorso e salvataggio in mare al numero maggiore possibile di persone in fuga da persecuzione e conflitti” – conclude la lettera.