La marea umana in piazza a Milano e Roma per protestare contro lo stop del DDL Zan | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-10-29

Migliaia di persone all’Arco della Pace a Milano. Altre centinaia a Roma sotto il Colosseo. Tutti urlano vergogna. Perché mentre la politica si interroga chi sono i traditori che hanno portato allo stop del DDL Zan, tutti possono vedere chi sono i traditi

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Ieri sera una marea umana è scesa in piazza per gridare tutto il proprio sdegno per lo stop al DDL Zan ma anche la ferma determinazione a incidere affinché una legge che tuteli le persone Lgbt+, e non solo, nonostante la recente dimostrazione di disinteresse della politica, diventi una realtà anche in Italia. Migliaia di persone sono scese in piazza all’Arco della Pace, a Milano, per protestare contro l’affossamento del ddl Zan in Senato. Seduti per terra, in molti hanno raccontato di un senso di sfinimento per l’ennesima mancata approvazione di una legge contro l’omotransfobia. “Siamo in 10.000”, hanno detto gli organizzatori della manifestazione, promossa da Arcigay Milano, I Sentinelli di Milano e il Coordinamento Arcobaleno. “Quello che é successo in Senato é una vergogna. L’Italia merita di più di questi sporchi giochi sulla pelle delle Persone Lgbt+” aggiunge Fabio Pellegatta, presidente di Cig Arcigay Milano.

La marea umana in piazza a Milano e Roma per protestare per il DDL Zan | VIDEO

La prospettiva è quella di una raccolta firme per una legge popolare, che come suggerisce Enrico Letta vedrebbe il Pd in prima linea. «Vergogna», è stata la parola urlata contro quelli che “hanno riso di fronte alla negazione dei diritti civili” ribadendo che la manifestazione rappresenta la scollatura tra la gente e la politica. Il Corriere Milano riporta le parole di Luca Paladini, portavoce dei Sentinelli: «Ci siamo visti scippare una legge che aspettiamo da 25 anni con urla da stadio e totale mancanza di rispetto per milioni di persone che aspettavano dal Senato un decreto che aumentasse le tutele anche legate all’incolumità fisica delle persone».

Ma la stessa partecipazione c’è stata anche a Roma: centinaia di persone hanno protestato contro la mancata approvazione del ddl Zan in una manifestazione non autorizzata vicino al Colosseo. Come racconta Repubblica con slogan arrabbiati ma anche propositivi:  “«Non siamo “tombati” siamo incaz… Ma oggi ripartiamo da qua». Si ritrova all’ombra del Colosseo il popolo Lgbtq+, insieme a chi ha sostenuto la sua battaglia, per gridare la rabbia dopo l’affondamento del ddl Zan al Senato. Con cartelli, striscioni e bandiere arcobaleno si sono dati appuntamento in via San Giovanni in Laterano, quella che a Roma è anche conosciuta come la Gay street.

A Roma ci sono anche Alessandro Zan e Monica Cirinnà. E, come racconta La Stampa, affrontano le associazioni che non vedono di buon occhio la proposta della raccolta firme per una legge popolare. Un passo indietro per tanti. E Cirinnà affronta la critica rispondendo, come riporta La Stampa: «Se il movimento vuole ritirare fuori nuove leggi già depositate le tireremo fuori».

Ricorda il testo contro l’omofobia già pronto, quello per il matrimonio egualitario. «Faremo in modo che questa battaglia sia vincente », promette mentre Fabrizio Marrazzo del Partito Gay le urla: «Buffoni!». Un insulto che gli viene immediatamente restituito da una parte della piazza. Anche Alessandro Zan che ha dato il suo nome alla legge, avverte la piazza: «Non molliamo, si va avanti». I modi sono ora tutti da discutere. Difende la scelta di non piegarsi a compromessi perché «Salvini e Meloni non hanno mai voluto approvare una legge di questo tipo» e « volevano fare i loro giochini politici utilizzando la legge Zan per altri scopi». Critica anche la presidente del Senato che «non avrebbe dovuto concedere il voto segreto»

Di certo lo spettacolo andato in onda al Senato sulla pelle di migliaia di persone sancisce l’implosione della coalizione di sinistra etichettata come “Nuovo Ulivo”. La tesi dei dem è che ad affossare lo Zan sia stato il centrodestra con ‘l’aiuto’ di Matteo Renzi che ha iniziato a far pesare la ‘golden share’ del gruppo al Senato in vista della partita del Quirinale. Ribatte il leader Iv: a far fallire lo Zan è stato il “muro contro muro” di Pd e M5S, “una scelta suicida”. Uno dei senatori che ha seguito passo passo il pallottoliere del voto a palazzo Madama racconta all’Adnkronos una versione diversa: “I numeri in partenza non erano buoni, poi ci sono state rassicurazioni. E’ finita peggio delle previsioni di partenza, almeno 20 voti si sono spostati dall’altra parte. Qualcuno, dunque, è venuto meno alla parola data”. Su chi abbia ‘tradito’ il gioco è al tutti contro tutti: il Pd e M5S accusano Iv, i renziani accusano dem e 5 Stelle. Ma su chi si sente tradito invece non ci sono dubbi. E quelle persone in piazza ieri ne rappresentano solo una piccola parte.

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