Il M5S e quei candidati che non si potevano candidare (con il grande ritorno di Sara Cunial)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-02-20

Il Messaggero: due candidati iscritti ad altri partiti nelle liste dei grillini. E la candidata no-free-boh vax va in piazza a manifestare. Indovinate con chi?

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Stefania Piras sul Messaggero di oggi racconta che il MoVimento 5 Stelle ha scoperto che c’è stata qualche altra “piccola” dimenticanza nei controlli sulle candidature, oltre a quelle che la stampa si era divertita a sottolineare dal primo febbraio in poi.

Patty L’Abbate, promossa al Tempio di Adriano a Roma e ieri in pompa magna sul blog, era candidata nel 2012 con “Noi Sud-Pli”, il partito di Adriana Poli Bortone, l’ex ministro di AN. E quindi non rientrerebbe nelle regole M5S. Faranno finta di niente?

C’è poi il caso dell’avvocato Rocco Bianco, candidato all’uninominale di Belluno. Lui sembra averlo dimenticato, mentre sulla dorsale alpina c’è chi se lo ricorda quando nel 2012 decise di iscriversi al Movimento di Oscar Giannino, Fare perfermare il declino. Anche in questo caso sarebbe incompatibile con le regole scritte e volute dal M5S.

paola taverna vaccini stantarcangelo conferenza -2

Intanto il Movimento è tutto proteso a cavalcare l’ultimo voto utile e prezioso: quello degli indecisi.

E torna lo spirito antivaccinista. E dove poteva rifiorire se non in Romagna? Terra insieme al Veneto con le coperture vaccinali in assoluto più basse, che arrivano anche all’80%. A proposito, ricordate la capolista in Veneto Sara Cunial? Era in piazza a Vicenza «da cittadina libera» a manifestare con i free vax che meditano di iscrivere i figli in scuole alternative.

A Sant’Ancangelo le senatrici Paola Taverna e Michela Montevecchi sono state invitate a un dibattito sui vaccini presentati come tema contendibile, da «discutere con il pediatra nel rispetto della sensibilità dei genitori e della necessità del bambino». Per cui contrariamente a quanto dicono gli scienziati che hanno aiutato il M5S a scrivere il programma, l’obbligatorietà istituita dal decreto Lorenzin non è accettata davvero o comunque considerata una base di partenza per monitorare l’immunità di gregge, anzi.

Leggi sull’argomento: Lo show di Paola Taverna sui vaccini a Santarcangelo di Romagna

 

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