Cultura e scienze
Lyssavirus: la malattia passata dal pipistrello al gatto e l’ordinanza del sindaco di Arezzo
neXtQuotidiano 30/06/2020
Anche se il virus non è quello della rabbia è un suo parente stretto (appartiene allo stesso genere) così il dipartimenti di prevenzione della Asl Sud-Est ha fatto fare a tutti il vaccino contro questa malattia, e ha pure avviato un trattamento con immunoglobuline. La possibilità che la malattia sia passata a queste persone è considerata remota ma è meglio non rischiare. Tra l’altro, va ricordato, la rabbia può passare dagli animali all’uomo ma non da persona a persona
Il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli ha emesso nei giorni scorsi due ordinanze contingibili e urgenti in via cautelativa a tutela della salute pubblica al fine del contenimento di infezione rabida. I provvedimenti si sono resi necessari a seguito del caso del gatto domestico che dopo aver morso la sua proprietaria è risultato affetto da Lyssavirus, un virus appartenente a un ceppo tipico dei pipistrelli diverso da quello della rabbia classica. Con la prima ordinanza il sindaco ha disposto il sequestro degli animali di proprietà della donna (un cane, un gatto e tre gattini lattanti) con il contestuale affidamento in custodia presso il canile comunale “od altra idonea struttura equipollente, così come prescrive la legge”, informa il Comune con una nota. Il proprietario è tenuto a mantenere “gli animali indicati in custodia ed in isolamento presso la propria abitazione fino al termine delle operazioni tecniche necessarie al trasferimento definitivo”. Al contempo, l’ordinanza sindacale numero 143 prevede che “dalla data odierna e fino al 27 agosto compreso, i cani, anche se muniti di museruola, non possano circolare se non condotti al guinzaglio”. I cani accalappiati rinvenuti vaganti non saranno restituiti ai possessori “se non abbiano subito favorevolmente il periodo di osservazione di 6 mesi, riducibili a 2 qualora vengano sottoposti a vaccinazione antirabbica postcontagio con le modalità stabilite dal dpr 08.02.54 n. 320, art. 87 e con addebito delle spese agli stessi possessori”.
Intanto il dipartimento igiene pubblica dell’Asl Toscana sud est di Arezzo ha preso in carico quattro persone entrate in contatto con il gatto risultato positivo al Lyssavirus: i tre familiari e il veterinario. Tutti sono stati vaccinati e sottoposti alla profilassi con immunoglobine specifiche. Sono seguiti e lo saranno anche nei prossimi giorni per altri controlli e vaccini. spiega una nota, nessun sintomo particolare. Il dipartimento dell’Asl ha poi inviato una comunicazione al Comune di Arezzo, comune di residenza della persona proprietaria del gatto, affinché vengano adottati i provvedimenti sanitari a carattere territoriale. Ma cosa sta succedendo e quali sono i (presunti) pericoli per l’uomo da Lyssavirus? La storia comincia venerdì 12 giugno, quando la gatta adottata dalla famiglia aretina di solito mansueta, era diventata aggressiva e ha morso tre membri della famiglia. Dopo la visita da un primo veterinario, spiega oggi Repubblica, è stata portata in una struttura vicino a Montecatini in provincia di Pistoia, la clinica Valdinievole, dove sono esperti di problemi neurologici.
«Abbiamo subito sedato la gattina – spiega dalla clinica Massimo Baroni – Poi è stata fatta una visita e una risonanza magnetica, sospettando una malattia neurologica». L’animale è morto nell’ambulatorio e i veterinari hanno inviato una parte del cervello all’Istituto zooprofilattico delle Venezie a Padova. Qui è stato isolato il virus ed è subito partito l’allarme. È scattata la profilassi per 13 persone, cioè 3 membri della famiglia proprietaria della gattina, il veterinario di Arezzo e 9 addetti della clinica Valdinievole, che non sono stati morsi ma hanno maneggiato il gatto. Anche se il virus non è quello della rabbia è un suo parente stretto (appartiene allo stesso genere) così il dipartimenti di prevenzione della Asl Sud-Est ha fatto fare a tutti il vaccino contro questa malattia, e ha pure avviato un trattamento con immunoglobuline. La possibilità che la malattia sia passata a queste persone è considerata remota ma è meglio non rischiare. Tra l’altro, va ricordato, la rabbia può passare dagli animali all’uomo ma non da persona a persona.
Ma la Asl si sta occupando anche di capire da dove arriva il virus. Vicino alla casa della famiglia c’è un noce dove vive una colonia di pipistrelli, forse attirati da una “bat-box”, sorta di nido usato da questi animali. Si pensa che sia stato uno di questi pipistrelli a mordere la gattina, magari perché è stato aggredito. Nei prossimi giorni arriveranno gli esperti dell’Istituto zooprofilattico per fare dei prelievi ai mammiferi. Si tratta di una specie protetta e la legge vieta abbattimenti, anche per motivi sanitari. Intanto ieri il cane e alcuni gattini della famiglia sono stati portati al canile comunale. La legge prevede che in caso di sospetto gli animali siano confinati per ben 6 mesi, anche se l’incubazione della malattia è di 3 settimane. Chi li segue deve seguire misure stringenti per evitare il contagio.