Attualità
Il lupo scuoiato e appeso ad un cartello a Suvereto
Giovanni Drogo 28/04/2017
Ignoti bracconieri hanno deciso di lanciare un messaggio agli ambientalisti e agli amministratori locali uccidendo un lupo, scuoiandolo e appendendolo per le zampe ad un cartello stradale. Il sindaco di Sovereto li definisce infami e annuncia l’apertura delle indagini
La pagina Facebook del Comune di Suvereto (Livorno) ha pubblicato questa mattina la foto di un lupo scuoiato ed appeso ad un cartello stradale. Alcuni ignoti hanno ucciso un lupo e hanno deciso di utilizzare il cadavere dell’animale per mandare un messaggio contro “l’invasione”. Dal momento che in Italia il lupo è un animale protetto i responsabili del gesto possono essere definiti tranquillamente dei bracconieri. Dal 1971 il Canis Lupus è stato inserito nella lista delle specie “particolarmente protette” dal momento che era quasi completamente estinto nel nostro Paese. Il numero di lupi in Italia non rappresenta una diretta minaccia all’equilibrio dell’ecosistema; rappresenta invece un problema per gli allevatori e per le greggi.
Il messaggio dei bracconieri a chi difende i lupi
Ad accompagnare la foto, tagliata per decenza e per non turbare la sensibilità dei lettori, c’è un messaggio di Giuliano Parodi, sindaco di Sovereto. Il sindaco definisce infame il gesto perpetrato da ignori. L’uccisione di un lupo è un reato e l’Amministrazione comunale auspica che i colpevoli
Questa mattina un gesto INFAME si è consumato sul nostro territorio. (Per decenza postiamo la fotografia tagliata) Sopra i cartelli stradali, all’incrocio con Monterondo, è stato appeso un LUPO, ucciso e scuoiato con sopra la scritta che vedete. L’ Amministrazione comunale condanna il crudele gesto e con la collaborazione delle forze dell’ordine, avvisate dall’assessore Toninelli, prontamente recatosi sul luogo, auspica che i colpevoli siano individuati ed esemplarmente puniti.
Sulla pagina del WWF Val di Cornia è possibile vedere la foto intera e lo scempio compiuto sul cadavere del lupo. Il messaggio lasciato sul posto dagli autori del gesto è rivolto a coloro che sono impegnati a difendere l’esistenza del lupo in Italia. I bracconieri infatti si fanno beffe degli appelli “alla prevenzione” contro gli abbattimenti. Appelli lanciati da coloro che si oppongono ai piani di abbattimento e indicano appunto nella prevenzione (ovvero in azioni che evitino ai lupi la possibilità di danneggiare le greggi). L’abbattimento – quello legale – è l’ultima soluzione e che invece dovrebbero essere aumentati i fondi per recinzioni e risarcimenti è bene ricordare che gli abbattimenti non servono per contenere il fenomeno del bracconaggio. Le misure di prevenzione sono i recinti elettrificati, l’utilizzo di cani da guardiania e procedure più rapide per i rimborsi agli allevatori.
L’intervento del ministro dell’Ambiente Galletti
Dopo aver appreso la notizia dell’abbattimento del lupo il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha telefonato al Generale di Corpo d’Armata Antonio Ricciardi. Il ministro Galletti ha chiesto “un forte impegno ai Carabinieri Forestali, già a lavoro sull’episodio con i reparti scientifici e il nucleo anti-bracconaggio, per individuare i responsabili di un gesto criminale e di insensata violenza nei confronti della biodiversita’ e in particolare di una specie duramente colpita dal fenomeno del bracconaggio”.
Il 24 gennaio 2017 la Conferenza Stato-Regioni (con il voto contrario di Lazio e Puglia) ha dato il primo via libera al “Piano per la conservazione del lupo” proposto a febbraio dello scorso anno dal Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti che prevede una serie di misure per favorire la convivenza tra lupi ed esseri umani, in particolare per quanto riguarda la pastorizia e altre attività agricole. Tra tutte però la più contestata è quella che prevede la possibilità di abbattere fino al 5% della popolazione totale di lupi in Italia. Il problema del “Piano Lupo” è che non è stato fatto un censimento preliminare della popolazione e che quindi non si sa quanti sono i lupi in Italia. Tenendo conto di questa incertezza, si stima che contando anche le uccisioni accidentali causate dall’uomo (ad esempio gli incidenti stradali) gli esemplari uccisi in Italia ogni anno siano il 15-20% del totale