L’ultima di Kim Jong-un: il Covid portato in Corea del Nord con i palloncini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-07-01

Proseguono le narrazioni fantasiose di Pyongyang sulla pandemia, dopo aver passato mesi a smentire l’esistenza di contagi nel Paese

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Avevano provato a raccontare la Corea del Nord come una sorta di giardino dell’Eden, immune dalla pandemia e a contagi zero. Avevano tentato di fornire numeri che, poi, sono stati smentiti nel corso dei mesi. Poi, una volta sdoganati i primi dati (che restano parziali e non accurati), ecco arrivare le prime teorie del complotto: prima il virus portato “con la neve”, poi dagli uccelli migratori. Racconti che hanno il sapore delle barzellette di stampo cospirazionista che, però, sono state battute dall’ultima uscita di Kim Jong-un: il Covid, in particolare la variante Omicron, sarebbe arrivato nel suo Paese via “palloncini”.

Kim Jong-un e la teoria del Covid spedito in Corea del Nord con i palloncini

Il virus, come noto, si diffonde per via aerea attraverso il droplets (ovvero quelle micro-particelle che si emettono starnutendo, tossendo o semplicemente parlando). Ma il tema della “via aerea” deve esser sfuggito di mano al dittatore nordcoreano. Perché la tesi dei “palloncini” è solamente un ulteriore modo per tentare di incolpare la Corea del Sud, anche per la diffusione della pandemia tra Pyongyang e dintorni. Perché proprio dalla zona Sud, diverse associazioni di attivisti in difesa dei diritti umani inviano messaggi e volantini di propaganda contro Kim Jong-un.

E per il dittatore nordcoreano, il Covid nel suo Paese arriva proprio seguendo queste dinamiche. Insomma, il virus si trovava all’interno di quei palloncini, nell’aria utilizzata per gonfiarli e farli viaggiare leggeri in cielo. Ovviamente, le autorità sanitarie mondiali hanno smentito questa possibilità, spiegando e ribadendo – a più riprese – il principio del droplets come strumento di diffusione dell’agente virale.

Insomma, “La sai l’ultima” di Kim Jong-un è riuscita a superare le fantasiose teorie del complotto rilanciate nel corso degli scorsi mesi. Perché dopo aver negato la presenza del virus nel Paese (lì dove, in due anni e mezzo sono stati segnalati 4,7 milioni di casi di “febbre” su una popolazione totale di 25 milioni), ci si è spinti fino alla teoria della neve in grado di diffondere il virus. Ma se non era la neve erano gli uccelli migratori, portatori di Covid. Fino ai palloncini di oggi.

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