La prima studentessa non vedente ammessa alla Normale di Pisa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-09-22

Ludovica Amato ha varcato per la prima volta la soglia della facoltà di Lettere nel prestigioso ateneo

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Ha affrontato quella difficoltà che la vita le ha messo davanti fin dalla nascita. Non ha mai potuto vedere il mondo che la circonda con i propri occhi, ma questo non ha fermato la sua voglia di crescere e conoscere. Ora Ludovica Amato ha conquistato l’ennesima grande vittoria: è stata ammessa alla Normale di Pisa. Lei, infatti, sarà la prima studentessa non vedente iscritta al prestigioso ateneo toscano riconosciuto in tutto il mondo.

Ludovica Amato, la prima studentessa non vedente ammessa alla Normale di Pisa

Anche il Presidente della Regione Toscana ha voluto fare i complimenti alla 19enne che, dopo aver superato le prove di ammissione, potrà seguire tutte le lezioni e sostenere tutti gli esami della facoltà di Lettere. La prima studentessa non vedente alla Normale di Pisa. In passato, nello stesso ateneo, anche altre persone con la sua stessa problematica avevano varcato quelle aule, ma solo nelle vesti di ricercatori e post-doc. E ora, dopo questa sua vittoria personale, è già tempo di iniziare con questa nuova avventura:

“Ho lavorato sodo fin dai primi anni del liceo per raggiungere questo traguardo. Non si è trattato di un sacrificio perché quando c’è la passione è solo un piacere. Quando ho ricevuto la notizia dell’ammissione alla Normale non ci potevo credere e tutt’ora faccio fatica a realizzare che siederò proprio in quelle aule”.

Intervistata dal quotidiano La Nazione, la stessa Ludovica Amato ha lanciato un’appello a tutti i cittadini che, troppo spesso, non pensano alle difficoltà degli altri:

“Mi appello al senso civico dei cittadini perché un marciapiede occupato da uno scooter o un monopattino elettrico abbandonato sul posto auto per disabili sono ostacoli per chi ogni giorno esce di casa e vorrebbe muoversi senza problemi”.

Il senso civico dei cittadini, ma anche delle istituzioni. Per abbattere quelle barriere architettoniche che troppo spesso sono ancora presenti in molte città.

 

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