Attualità
Lucy Sciliberto: la modella scappata da Antinori
neXtQuotidiano 20/05/2016
Il dottore aveva offerto 2000 euro per donare gli ovuli. Lei alla fine ha rifiutato
Severino Antinori aveva contattato anche una modella siciliana per la donazione degli ovuli attraverso una promotrice di eventi, ma la ragazza dopo un’iniziale titubanza aveva rifiutato la proposta. Andrea Galli racconta la storia sul Corriere della Sera:
Lucia Sciliberto detta Lucy è una modella, figlia di una famiglia di Messina. Il liceo linguistico le ha lasciato in eredità una buona conoscenza delle lingue inglese, spagnolo e francese. La bellezza e l’altezza, un metro e 71 centimetri, hanno già attirato importanti contatti. Il book professionale racconta di partecipazioni alle campagne d’intimo di un noto marchio di moda. I fotografi la cercano perché presti il volto a servizi nelle migliori location di Milano, dove abita. Lucia ha tanti amici, gira spesso, balla all’Hollywood, cambia aerei e continenti. Eppure il suo nome compare nell’elenco di un dossier riservato e in possesso del Corriere, con le 23 ragazze donatrici di ovuli nella clinica Matris (sequestrata) del ginecologo Severino Antinori, arrestato. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Milano e condotta dai carabinieri del Nas, non è terminata. Il medico, 70 anni, che ha evocato un complotto dell’Isis (la ragazza immobilizzata e derubata degli ovuli che l’ha incastrato è un’andalusa con origini marocchine), s’è visto intanto revocare i domiciliari, a causa delle interviste rilasciate a nastro, con buona pace dei divieti suoi e delle regole dei giornalisti.
In più alcune delle stesse donatrici hanno nelle loro denunce, antecedenti il blitz di venerdì, parlato di molestie sessuali. Accuse non ancora comprovate. Ma meritevoli di approfondimenti. Dunque Lucia detta Lucy, vent’anni compiuti a gennaio, figura nell’elenco delle donatrici ma nega d’essersi prestata all’intervento chirurgico e, anzi, alla terapia preparatoria. La Matris, in verità, non l’aveva convinta da subito. «La clinica non rimandava l’immagine della perfezione assoluta. Era, come dire, normale. Una struttura piccola, forse anche anonima. Ma non era quello. Il personale, in modo particolare le donne, erano troppo gentili, troppo premurose, avevano un atteggiamento esageratamente forzato, costruito». Ma davvero lei non ha accettato «semplicemente» per il denaro l’invito della promoter, quella Barbara Bella che emerge dalle indagini? Davvero non le facevano comodo i soldi e magari ha sottovalutato il prezzo da pagare? «Avevo terminato il liceo linguistico e mi ero trasferita a Milano. Avevo cominciato a muovere i primi passi, non vi nego che di contratti pesanti non ce n’erano. Ma di sicuro non mi vado a distruggere per 1.500 oppure 2 mila euro che siano».