Lo show di Luca Telese a La7 su Oms e tasse sul parmigiano

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-07-23

Il giornalista de La 7, protagonista di un’accesa polemica nei giorni scorsi sul complotto dell’ONU contro l’agroalimentare italiano (che non è mai menzionato), ha confezionato una puntata tossica dove sono stati lanciati messaggi contraddittori all’insegna del mangiare tanto che «ha reso più forti le diete, i corpi, le vite»

article-post

Puntata in difesa del concetto stesso di nazionalpopolare quella di In Onda di sabato 21 luglio su La 7. Luca Telese e David Parenzo si sono infatti imbarcati in una accorata difesa dell’essenza dell’italianità: il cibo, quello made in Italy meglio se Doc, Dop o Igp. Le eccellenze alimentari del nostro Paese sono infatti sotto attacco da parte dell’OMS, lo ha denunciato per prima Giorgia Meloni, seguita a ruota dal Sole 24 Ore e proprio da Telese. Il giornalista de La 7 su Twitter aveva annunciato che «l’Onu vuole imporre una tassa del 20% su olio, grana, parmigiano e prosciutto. Cibi salti e nocivi, – dicono – meglio la chimica».

Quanto Telese parlava dell’Onu che voleva “imporre” una tassa sul parmigiano

Ora tutti sanno che l’ONU (e l’OMS) non possono imporre proprio alcunché. Semmai possono invitare i singoli stati membri a prendere provvedimenti che vadano in una certa direzione. Da diversi anni l’OMS denuncia i rischi di una dieta non equilibrata e troppo ricca di grassi (animali e vegetali), zuccheri e sale. Tutte cose che è noto che – se assunte in quantità eccessive – possono causare diversi problemi di salute. E la famosa dieta mediterranea non ha nulla a che vedere con uno smodato consumo di prosciutto, grana, carne o dolci. Anzi, storicamente il nostro Paese (basta chiederlo ai nonni o ai genitori) non è certo stato il paese dell’abbondanza alimentare, sulle tavole si intende.

luca telese parmigiano OMS - 1

Consigli di questo genere sono contenuti nel famigerato documento dal titolo Time to Deliver dove l’Organizzazione Mondiale della Sanità illustra le strategie che i governi nazionali dovrebbero seguire per ridurre i decessi dovuti dai Noncommunicable diseases (NCDS) ovvero quelle malattie non trasmissibili che si sviluppano in seguito ad una combinazione di fattori genetici, ambientali e comportamentali. Tra i fattori di rischio sui quai è possibile intervenire c’è lo stile di vita delle persone. È noto che il fumo, la poca attività fisica, una dieta poco sana con un apporto eccessivo di sodio e sale, il consumo eccessivo di alcolici contribuiscano ad aumentare il rischio per le malattie cardiovascolari.

Dove sono i documenti promessi da Telese?

Si è scoperto successivamente che il Sole 24 Ore non stava però citato il rapporto Time to Deliver ma una bozza riservata di risoluzione della quale qualche giorno fa ha pubblicato un paio di pagine (su nove totali). Non solo però in questo documento non si parla affatto di parmigiano reggiano, prosciutto crudo o altre eccellenze del Made in Italy; si parla dei fattori di rischio per la salute. Inoltre quella bozza non è nemmeno il documento citato da Telese come “prova”. Il conduttore televisivo ha infatti citato un altro documento, pubblicato nel 2016, che riguarda il rischio per la salute connesso ad una eccessiva assunzione di sale.

luca telese oms grana padano bufala - 2

Molti hanno provato a spiegare a Telese che tutte le ipotesi di complotto circa la volontà da parte dell’OMS (e delle multinazionali cattive del food and beverages) di danneggiare i prodotti italiani fossero senza fondamento. La pizza è buona, ma nessun medico italiano consiglierebbe una dieta a base di pizza. Anzi molti consigliano di moderarne il consumo. Il fatto che un prodotto sia buono e sia un’eccellenza alimentare non significa che possa essere consumato senza limiti e riguardi per la salute. E non vale nemmeno il “si è sempre fatto così”. In fondo c’è stato un periodo in cui si pensava che alcool e tabacco facessero bene.

luca telese oms grana padano bufala - 3

 

Chi si aspettava che Telese spiegasse dove, in quale documento, abbia letto di un aumento della tassazione del 20% su olio, grana, parmigiano e prosciutto. Non sono nemmeno stati mostrati i documenti promessi né è stata rettificata, da parte di Telese, l’informazione data su Twitter. Tutto è finito in caciara, con Vissani che “spiegava” come i prodotti “eccellenti” e di qualità (di nuovo: le Dop e così via) non sono pericolosi né dannosi. Ma l’OMS non ha mai messo in discussione la qualità del cibo italiano (che poi, diciamolo, non siamo gli unici che producono prodotti eccellenti, semmai siamo gli unici che creano una Dop per ogni cosa). Il problema dell’Organizzazione mondiale della sanità è la salute dei cittadini, la lotta alle malattie cardiovascolari e all’obesità. E cosa fa Telese? Ci spiega che in passato in Italia “morivamo di pellagra perché si mangiava troppo poca carne. Ovviamente Telese non sa di ciò che parla perché si tratta di una malattiacausata dalla carenza di vitamina B3 (niacina) che è in genere presente in genere nei prodotti freschi: latte, verdure, cereali e anche carne. Malattia causata non tanto dallo scarso consumo di carne ma dalla povertà e da una dieta conseguentemente poco varia. In conclusione di puntata Telese “spiega” che mangiare di più rispetto al fabbisogno giornaliero di una dieta equilibrata «comunque ha reso più forti le diete, i corpi, le vite». Siamo alle comiche finali, o meglio: ai consigli della nonna che diceva “mangia tanto che diventi grande e forte”. In realtà è vero il contrario, un eccessivo apporto di calorie è tra le prime cause dell’obesità. E per fortuna che Telese avrebbe dovuto spiegare il senso del documento dell’OMS e fare chiarezza sulla minaccia per l’agroalimentare italiano. Al posto di quell’ora di trasmissione avrebbero potuto mandare in loop il jingle felliniano “bevete più latte, il latte fa bene, prodotto italiano, rimedio sovrano, di tutte le età”. In chiusura Vissani che urla “bisogna ritornare agli anni Sessanta” dà la misura di come vengano allestite certe trasmissioni di approfondimento.

Leggi sull’argomento: L’assurda bufala dell’OMS contro il Parmigiano Reggiano

Potrebbe interessarti anche