La storia dell’uomo rimasto per un giorno intero in casa con la sorella morta “per Coronavirus”

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-03-09

Luca Franzese e i suoi famigliari raccontano di essere stati lasciati per 24 ore senza informazioni e indicazioni da parte delle autorità sanitarie dopo che la sorella era morta nel pomeriggio. Le pompe funebri si sono rifiutate di andare a recuperare la salma e nessuno ha eseguito i tamponi per il COVID-19 sull’uomo, che in un disperato tentativo di salvarle la vita aveva effettuato la respirazione bocca a bocca. Ma la donna non compare tra le vittime in Campania

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«Le istituzioni devono aiutarci siamo da ventiquattr’ore ore chiusi in casa con mia sorella morta». Questo l’appello di Luca Franzese, fratello di Teresa, una donna napoletana deceduta ieri nella sua abitazione. In un toccante video pubblicato su Facebook Franzese si vede costretto a rivolgere un appello via social: «ieri è deceduta mia sorella, probabilmente per il virus del Covid-19. Sto aspettando risposte dalle istituzioni da ieri sera, nessuno si è fatto avanti», dice l’uomo.

Il video-appello di Luca Franzese «da 24 ore in casa con la sorella morta»

Il video è stato pubblicato alle 19:50 di ieri, 8 marzo, l’uomo spiega che la sorella è morta da quasi un giorno ma nessuno ha saputo dare  indicazioni riguardo cosa fare. Inoltre le pompe funebri hanno fatto sapere che non sarebbero intervenute fino a che non fosse stato eseguito il tampone per il coronavirus. Cosa che però, al momento in cui Franzese ha pubblicato l’appello su Facebook, non era ancora stata fatta.

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Nell’appartamento, scrive il Mattino, oltre alla donna deceduta si trovano al momento sette persone: i due genitori anziani e un’altra sorella con il marito e due figli. Oltre allo strazio e al dolore della perdita della sorella, che soffriva di epilessia e nei giorni precedenti aveva manifestato sintomi influenzali compatibili con Covid-19, anche il senso di abbandono da parte delle istituzioni.

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Stando al racconto dopo che la donna si era sentita male, nel pomeriggio, un’equipe del 118 sarebbe arrivata a casa ma non aveva potuto far altro che constatarne il decesso (intorno alle 20:20). A quel punto è stato chiesto di effettuare il tampone per il coronavirus però l’equipaggio del 118 – che non è autorizzato al trasporto delle salme – è dovuto andare a prenderlo perché ne era sprovvisto, tornando solo in tarda sera per eseguire il test.

Franzese: «Mia sorella positiva al Coronavirus, mi metto in isolamento»

La preoccupazione di Franzese è che – avendo eseguito le prime manovre di rianimazione sulla sorella, compresa la respirazione bocca a bocca – anche lui possa essere stato esposto al coronavirus. Non gli è stato fatto il test, così come non è stato fatto ai suoi famigliari. In più il corpo della donna è rimasto in casa, in mancanza di disposizioni da parte delle autorità sanitarie. Che la donna fosse o meno affetta da Covid-19 a quel punto è un dato marginale, stupisce invece la mancanza di protocolli per la gestione dei decessi “sospetti” avvenuti fuori dalle mura dell’ospedale. Questo a tutela non solo dei parenti e dei famigliari ma anche di tutti gli operatori.

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In un successivo video – pubblicato alle 1:20 del mattino del 9 marzo – Franzese compare con addosso una mascherina (non del tipo ffp2 o del tipo chirurgico) per  spiegare  che «mia sorella è risultata positiva al coronavirus» e annunciare che «resteremo in casa, sto lontano dalla mia famiglia ma lo faccio per il bene di tutti». Stando ai bollettini ufficiali in Campania le persone decedute per il coronavirus Covid-19 sono due: la prima vittima è stato un cardiopatico di 46 anni residente nel casertano. Ieri invece è deceduta una donna di 80 anni ricoverata presso l’ospedale di Caserta. È naturalmente possibile che il caso della sorella di Franzese non sia ancora stato conteggiato perché non ancora vagliato dall’Istituto Superiore di Sanità. Come precisa la Protezione Civile spetta infatti all’ISS confermare l’effettiva causa del decesso di tutti i casi segnalati.

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