Luca e Francesco: chi sono i due leghisti che chiedevano rubli con Savoini?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-07-12

C’è mistero intorno all’identità dei due interlocutori dei russi presenti nella registrazione. I leghisti dicono di non saperne nulla. Come sempre…

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Luca e Francesco? Salvini non sa nulla. I nomi degli altri interlocutori al tavolo dei russi che offrivano 65 milioni alla Lega sono sconosciuti al vicepremier e ministro dell’Interno. Ed è piuttosto strano, visto che si parla di persone che facevano parte della sua delegazione e i cui nomi escono nelle trascrizioni dei dialoghi che hanno già messo nei guai Gianluca Savoini, indagato a Milano per corruzione internazionale. Eppure qualche ipotesi sulla questione c’è. Racconta oggi Antonio Massari sul Fatto Quotidiano:

il 18 ottobre 2018 un suo fedelissimo, Gianluca Savoini, in compagnia di due uomini, tali “Luca”e“Francesco”, avrebbe trattato con alcuni russi per far arrivare milioni di dollari al Carroccio. Il tutto attraverso un affare sul petrolio che avrebbe potuto coinvolgere banche austriache e porti olandesi. Il dialogo avviene a Mosca, il 18 ottobre 2018, nel l’hotel Metropol, proprio mentre Salvini è in Russia. Il giorno prima ha partecipato al convegno di Confindustria Russia esordendo, peraltro, con le seguenti lungimiranti parole: “Ci troviamo in un albergo a ragionare di un’assurdità : ogni volta che torno in Italia, sappiatelo, c’è qualche giornale che si diletta a scrivere che Salvini va in Russia perché i russi lo pagano”.

Salvini evidentemente non immagina che il suo fido Savoini –il quale, in maniera altrettanto evidente, non deve averlo informato – in poco meno di 24 ore si troverà seduto nella hall dell’hotel Metropol; che s’intratterrà con due russi e due italiani, tali “Luca”e“Francesco” appunto, per discutere di milioni di euro che sarebbero giunti attraverso una partita di giro legata al petrolio.

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Massari chiosa che in qualità di segretario della Lega –proprio perché, come tiene a precisare, nessuno dei presenti a quell’incontro era titolato a parlare per il Carroccio – Salvini avrebbe potuto farsi dire i nomi e chiarire che nulla hanno a che vedere con il suo partito e i suoi elettori.

E non da ieri, avrebbe potuto farlo. Ma sin dal febbraio scorso, quando l’Espresso ha pubblicato il suo scoop. Invece il ministro dell’In terno e segretario della Lega, in circa 5 mesi, è riuscito a non sapere nulla. E allora i casi sono due. Il primo: non è in grado di controllare gente che, a partire dal fido Savoini, gli crea grattacapi tali da far partire un’inchiesta per corruzione internazionale. Il secondo: non ha sentito la benché minima curiosità e non s’è proprio informato.

Ma chi sono Luca e Francesco?

Nel frattempo non resta che verificare le voci. Come quella che il “Luca” in questione sia Luca Morisi, per esempio, ovvero l’uomo che sta dietro la macchina della comunicazione leghista. “Non sono io”, risponde Morisi interpellato dal Fatto, “non ero a Mosca, né in questo hotel, né altrove”. Ne prendiamo atto e non abbiamo motivo di dubitarne. Tra gli uomini vicini a Salvini, che secondo alcuni, avrebbe potuto sapere qualcosa di questa vicenda, c’è l’e ur op ar lamentare Massimo Casanova, imprenditore e proprietario del Papeete Beach, spiaggia di Milano Marittima. Casanova era presente in Russia in quei giorni: “Sono andato a Mosca a titolo personale, come imprenditore –è la risposta che ci fa pervenire – per partecipare a un convegno di Confindustria insieme con 300 o 400 imprenditori. Ci sono andato ovviamente a mie spese. Ma non ho preso parte, né ero assolutamente a conoscenza, dell’incontro riportato dai giornali in questi giorni”.

Leggi anche: Gianluca Savoini indagato per i rubli alla Lega

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