Il muro anti-migranti di Calais

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-09-07

In base agli accordi del trattato Le Touquet gli inglesi costruiranno un muro alto quattro metri per proteggere la strada d’accesso all’Eurotunnel dagli assalti dei migranti che vivono nel campo soprannominato Giungla. Ma la verità è che né i britannici ne i francesi hanno intenzione di risolvere la questione immigrazione in tempi brevi

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Ci sono persone – anche in Italia – che credono che per merito della Brexit l’economia del Regno Unito sia in forte ripresa, e ci sono persone che hanno creduto che grazie alla Brexit il Paese avrebbe risolto il problema dell’immigrazione. Non è piacevole dare brutte notizie ma ogni tanto è necessario: ai primi ricordiamo che il Regno Unito è ancora un membro a tutti gli effetti dell’Unione Europea dal momento che non ha ancora pensato al modo come uscirne. Ai secondi invece facciamo presente che il Governo britannico sta pensando di costruire una barriera per impedire l’accesso sull’Isola dei rifugiati, ovvero quelle persone che, secondo alcune convenzioni internazionali che non c’entrano nulla con l’Europa il Regno Unito ha il dovere di accogliere.

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Il muro andrebbe ad aggiungersi al reticolato esistente per “proteggere” la carreggiata (fonte: BBC.com)

Una barriera alta quattro metri lunga un chilometro

Oltre alla Brexit nemmeno le barriere innalzate per arginare il flusso di disperati che cercano di oltrepassare la Manica sono riuscite allo scopo, per questo la Gran Bretagna ha annunciato che costruirà a Calais una barriera alta quattro metri e lunga un chilometro da ambo i lati della strada che conduce al porto. L’idea è quella di impedire ai migranti accampati nel campo soprannominato “Giungla” di poter scendere lungo la strada d’accesso al porto per bloccare la circolazione e tentare di salire clandestinamente a bordo di uno dei tir diretti verso l’Inghilterra. Il costo dell’opera, pagata dal governo britannico come da accordi anglo-francesi, si dovrebbe aggirare sui 2,7 milioni di euro. Il nuovo muro non rimpiazzerà le strutture già esistenti (ovvero un reticolato coronato da filo spinato), ma andrà ad aggiungersi ad esse perché, come ha detto il Ministro degli Interni britannico Robert Goodwill, “è necessario innalzare il livello di sicurezza”. La costruzione del muro, ha spiegato il Ministro, fa parte di un pacchetto anti-immigrazione da 17 milioni di sterline che l’Inghilterra ha negoziato con il governo francese. In molti, soprattutto tra gli autotrasportatori, dubitano però che la nuova costruzione (che ricorda in piccolo l’idea di Donald Trump di innalzare un muro al confine con il Messico) possa realmente servire al suo scopo. I camionisti infatti non vedono il motivo di spendere in questo modo le risorse pubbliche quando è evidente che un’ulteriore barriera sarebbe quasi del tutto inutile. Meglio intensificare i controlli lungo le strade di approccio al porto e all’imbocco dell’Eurotunnel, suggerisce un’associazione di categoria.

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Fonte: L’auberge des migrants international

Ad esempio il governo francese dovrebbe fare qualcosa per risolvere la situazione della “Giungla” dove secondo stime ufficiali vivono almeno 7 mila persone tra cui molte donne e bambini in pessime condizioni igienico-sanitarie (secondo le ONG in realtà nel campo vivono 10 mila persone). C’è chi teme che la costruzione del muro non farà altro che esacerbare i problemi dei residenti del campo consegnandoli nelle mani di trafficanti senza scrupoli disposti a tutti pur di trasportare la loro merce dall’altra parte del Canale. Sia alla Francia che al Regno Unito conviene però non affrontare la situazione: l’esistenza stessa del campo a poche decine di chilometri dalle coste inglesi è un argomento molto forte per tutti coloro che vogliono sfruttare la paura dell’invasione a fini elettorali. In Francia invece, come spiega l’Economist, l’accordo bilaterale raggiunto con il Regno Unito consente di ottenere finanziamenti e la cooperazione dell’intelligence britannica. Del resto le autorità francesi non hanno alcuna intenzione di risolvere la questione ora, perché a maggio i francesi andranno a votare.

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