Per Lollobrigida il governo tratta FdI come il fascismo trattò Matteotti

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2021-10-15

Con un post su Facebook, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Francesco Lollobrigida ha accusato il governo di aver favorito i neofascisti nell’assalto alla Cgil per colpire il suo partito, facendo un parallelismo assurdo con Mussolini e Giacomo Matteotti

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Continua l’arrampicata sugli specchi da parte di Fratelli d’Italia, in evidente difficoltà a divincolarsi dagli accostamenti ai gruppi neofascisti che prima con l’inchiesta di Fanpage e poi con l’assalto alla Cgil di Roma sono tornati a far parlare di sé. E quando le cose si mettono male, come insegna la politica fatta in modo “poco serio”, comincia la gara alla sparata più grossa. L’ultima in ordine di tempo, e la prima per abnormità, è di Francesco Lollobrigida, capogruppo alla Camera del partito di Giorgia Meloni.

Su Facebook, il deputato ha pubblicato un post in cui accusava non i fascisti, responsabili delle violenze in strada dello scorso sabato a Roma, ma l’esecutivo, che – secondo lui – avrebbe permesso gli scontri per danneggiare FdI: “Il governo e alcune forze di maggioranza – si legge – hanno usato criminali per indebolire l’opposizione, come è accaduto con il delitto Matteotti nel 1924 e negli anni Settanta con la strategia della tensione. Tutto questo è vergognoso. Ogni circo, anche quello mediatico, ha i suoi pagliacci. Vediamo in questa vicenda quanti ne scopriremo!”. Nel parallelismo di Lollobrigida, quindi, Fratelli d’Italia è Matteotti, e il governo è il Gran consiglio del fascismo.

Un paragone al limite dell’assurdo, che ha giustamente suscitato clamore e richieste di chiarimenti. Chiarimenti che sono arrivati, con un successivo post: “Qualcuno si chiede che c’entra Matteotti: lo dico più chiaramente il Fascismo coprì i criminali che ammazzarono Matteotti e ne fu complice. Colpì l’opposizione parlamentare approfittando dell’emergenza. Chiaro?”. No, onorevole, non è chiaro. Il fascismo non “coprì” gli assassini di Giacomo Matteotti, bensì fu l’unico responsabile – con i suoi metodi, la sua violenza, il suo avvelenare i pozzi – dell’omicidio del deputato socialista. Il fascismo non approfittò di nessuna emergenza, ma la creò. E non colpì l’opposizione, ma la delegittimò, fino a renderla illegale. Se Lollobrigida oggi può dire ciò che vuole pubblicamente e senza rischio di ritorsioni, lo si deve a persone come Giacomo Matteotti, e certamente non sarebbe possibile ascoltare la sua versione se ci trovassimo davvero – come sostiene lui – di fronte a un potere autoritario come fu il fascismo.

Al capogruppo di FdI ha risposto il presidente della commissione Giustizia della Camera, deputato del Movimento 5 stelle Mario Perantoni: “Prima di pronunciare il nome di Giacomo Matteotti – ha detto – Lollobrigida si dichiari antifascista e inviti a festeggiare il 25 aprile. Altrimenti si vergogni, non ci sono parole”.

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