Lo Stato Islamico arretra in Siria e Iraq

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-03-27

Il primo dato è quello diffuso dal Pentagono: il movimento ha perso il 22 per cento di territorio, dato che sale al 40% se si considera il solo Iraq. In totale 20-24 mila chilometri quadrati. Le zone tenute dagli estremisti hanno subito attacchi da più avversari

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Lo Stato Islamico arretra in Siria ed Iraq e forse a questo è dovuta la recrudescenza del terrorismo. Guido Olimpio sul Corriere della Sera racconta che aumentano diserzioni e contrasti tra i jihadisti e gli attacchi mirati hanno ucciso 28mila combattenti, portando a una sconfitta netta sul territorio:

Il primo dato è quello diffuso dal Pentagono: il movimento ha perso il 22 per cento di territorio, dato che sale al 40% se si considera il solo Iraq. In totale 20-24 mila chilometri quadrati. Le zone tenute dagli estremisti hanno subito attacchi da più avversari. Oltre diecimila raid della coalizione guidata dagli Usa, i bombardamenti russi, la pressione dei curdi nel nordest della Siria e del binomio esercito-milizie in Iraq. Colpi che si sono fatti sentire anche su un dispositivo pensato e distribuito per «resistere».

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L’infografica del Corriere sull’arretramento dello Stato Islamico in Siria e Iraq (27 marzo 2016)

Agli ordini del Califfo resterebbe comunque uno schieramento notevole. Di nuovo le cifre volano. Gli Stati Uniti indicano 19 mila-25 mila (prima parlavano di 32 mila). I francesi pensano siano 40 mila, tra questi 12-15 mila stranieri arrivati da 120 Paesi. Ma a questo sarebbe dovuta la recrudescenza del terrorismo in Europa:

Quello del denaro è un aspetto importante. Washington afferma che la campagna di strike e altre misure hanno aperto buchi nel budget dell’Isis: un 40 per cento in meno di introiti legati al petrolio, con gli islamisti costretti a vendere il barile a 40 dollari contro i 20 delle altre aree. Non tornano i conti anche per il sistema che raccoglie tasse, imposte, offerte. Le fonti americane sono convinte che ci sia stato un calo e ricordano come in alcuni «santuari», la fazione abbia tagliato i salari. A volte fino al 50 per cento, come a Raqqa.

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