“Fate con comodo, noi vi aspettiamo qua”, il monologo perfetto di Luciana Littizzetto sul ddl Zan | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-11-01

In 2 minuti e 40 secondi, Luciana Littizzetto parla di quanto accaduto in Senato e spiega ai parlamentari che la popolazione civile è molto più avanti di loro

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Un discorso che parte da quel vergognoso coro da stadio, con tanto di standing ovation pochi istanti dopo aver approvato la tagliola (con voto segreto) che ha affossato il ddl Zan. Luciana Littizzetto, dallo studio di “Che Tempo che Fa” (RaiTre) impiega solamente due minuti e quaranta secondi per dare una versione – praticamente perfetta – di quel che è accaduto la scorsa settimana a Palazzo Madama. E non solo quei beceri festeggiamenti, ma anche l’analisi della società che dimostra, nel suo quotidiano, di essere avanti anni luce rispetto alla classe politica che ci rappresenta (o che dovrebbe farlo).

Littizzetto, il monologo perfetto contro i senatori sul ddl Zan

Il monologo di Luciana Littizzetto inizia mentre in sottofondo vengono trasmessi audio e video dell’esultanza dei senatori a Palazzo Madama. E parte da lì per arrivare a una conclusione perfetta.

“L’applauso è partito per festeggiare l’affossamento del ddl Zan, la legge contro l’omotransfobia. In quest’anno in cui l’Italia vince in tutto il mondo, anche nel Mondiale di pasticceria, purtroppo perdiamo in casa. E perdiamo nella gara più importante, quella di far sentire tutti uguali e tutti rispettati. Mi spiace perché questo disegno di legge era forse pieno di imperfezioni, ma bastava mettersi d’accordo e modificarlo. E poi era una legge per dare diritti in più, per aggiungere. Non per togliere. Per tutelare la diversità e l’inclusione. Pillon spillava gioia da tutti i pori, aveva il farfallino spanato come una corona di crisantemo. Mancava che gli si staccasse dal colletto e gli si posasse sull’inguine come la farfalla di Belen. Ma almeno lui è coerente. Cioè, è sempre stato contrario alla legge e ci ha messo la faccia. Io non sopporto quelli che dicono ‘ero d’accordo sul principio, ma c’era un dettaglio che non mi quadrava, così ho votato contro’. E non sto parlando di Renzi che era in Arabia Saudita, che come si sa è il faro dei diritti civili di questo pianeta. Se mi chiedi due posti dove mi sento libera, quelli sono Amsterdam e Riad. Io dico gli altri, quelli che hanno votato no mentre un minuto prima dicevano sì. Quelli che sono a favore delle leggi civili solo il giorno del gay Pride, o il giorno prima delle elezioni. Sentire queste discussioni di fino su quel ‘qualcosa che non quadrava’ mi stupisce, perché quando c’è da prendere i soldi della Finanziaria i senatori piazzano dentro la qualunque. Sui diritti, invece, si trasformano in precisetti che vanno a vedere il pelo nell’uovo col microscopio del CERN. Le leggi già ci sono e le tutele pure? Perfetto, allora facciamo una cosa rivoluzionaria: inseriamo l’educazione sentimentale e sessuale nelle scuole, obbligatoria anche per i più piccoli. Perché è da lì che parte tutto. Tutto, tuttissimo parte da qui. L’unica cosa che mi consola, è che intanto la società è già più avanti di voi. Quei diritti sono nella testa della maggioranza delle persone. Per cui potremmo dirvi: ‘Carissimi, fate con comodo. Noi vi aspettiamo qua’”.

Perché questo è. Quando si dice – un mantra delle destra – che la politica è completamente scollata dalla società civile, è una verità. Perché sono proprio i politici (di destra e di sinistra) a non avere la minima percezione delle esigenze di quella popolazione che li ha votati. Anche per tutelare i diritti di tutti.

(foto e video: da Che Tempo che Fa, RaiTre)

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