“Non mi dire è sempre stato così: chi se ne frega”: il monologo di Luciana Littizzetto sul catcalling | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-04-12

Luciana Littizzetto a Che tempo che fa ha scritto una lettera a chi fa catcalling, spiegando perchè non c’è niente di giusto, decente, e perché è ora di finirla di insultare le donne con appellativi grevi e non richiesti. Perché sono tutto tranne che complimenti

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Luciana Littizzetto a Che tempo che fa ha scritto una lettera a chi fa catcalling, spiegando perchè non c’è niente di giusto, decente, e perché è ora di finirla di insultare le donne con appellativi grevi e non richiesti. Perché sono tutto tranne che complimenti.

Il monologo di Luciana Littizzetto sul catcalling | VIDEO

Caro cretino, fischiatore solitario che mi gridi, ciao zocc.. mentre in pantaloncini corro al parco. Cosa pensi, ammesso che pensi, quale neurone ti fa credere che io ti risponda «ma grazie! Ma come sei carino, quasi quasi te la do!». Cosa ti dice il tuo cervello, quella palude di melma che sta nello spazio tra le tue orecchie. Qual è la sinapsi che fa partire la tua lingua, spiegami, rendimi edotta, minchione a sonagli, catalizzatore di tutti i miei vaffan..Cosa speri, che strizzando nelle mani quel poco che tieni nei pantaloni io di colpo mi butti ai tuoi piedi gridando «sono tua»? Che se fischi e urli io pensi «che complimento di alta caratura, questo è l’uomo della mia vita»? Ma quanto devi essere disperato per comportarti così? Chi te lo ha insegnato? Non credo tua madre e dubito fortemente che tu l’abbia imparato dai libri. Forse tu non lo sai ma Renzo su quel ramo del lago di Como non ha abbordato Lucia gridandole «ti sbatto come un polpo» e Romeo sotto il balcone di Giulietta le bisbiglia parole d’amore, non le grida «minch… che zin… Giuli». Luciana Littizzetto continua con altri esempi letterari e cinematografici, citando Leopardi e il suo “rimembri” a Silvia, o la Bella e la Bestia, o ancora Via col vento, passando per Questo piccolo grande amore di Baglioni. E poi arriva al punto: “E non dire, «eh ma cosa sarà mai, ma quanto la fate lunga, è solo un complimento». Se è solo un complimento allora dillo alla tua fidanzata all’altare, vediamo come la prende, o come la prende tuo suocero. E poi soprattutto, io non lo faccio con te, io non passo il tempo per la strada a gridare «Oh, bastano 100 euro?». Non mi dire è sempre stato così, se lo hanno subito le nostre nonne e le nostre mamme chi se ne frega. Noi non lo vogliamo più. Le nostre figlie non lo vogliono più. Io sono stanca di avere paura per colpa tua. Sono stanca di essere in ansia se torno con l’ultimo treno, sono stanca di stare al cellulare con mia figlia quando torna tardi la sera fino a quando non apre la porta di casa, soprattutto perché parcheggia sempre lontano. Quindi, per piacere, amico la prossima volta che senti il bisogno di urlare schifezze fallo rivolto alla luna, e se non sai tener ferma la lingua lecca il muro.

Cordialmente

Io e tantissime donne italiane

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