Lino Banfi all’Unesco: un patrimonio dell’umanità da Berlusconi alla Raggi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-01-22

L’annuncio di Di Maio alla festa per il reddito: l’attore rappresenterà l’Italia nella Commissione per l’Unesco. I tanti punti di contatto con la politica e le battutine sulla Raggi

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“Ne approfittiamo per dare una notizia all’Italia che a me riempie di orgoglio: abbiamo individuato Lino Banfi perché rappresenti l’Italia nella commissione italiana per l’Unesco. Abbiamo fatto Lino Banfi patrimonio dell’Unesco”: Luigi Di Maio si è riservato l’annuncio a sorpresa nella festa per il reddito di cittadinanza con il colpo di scena dell’attore pugliese alla manifestazione del suo partito.

Lino Banfi all’Unesco

Oltre all’incarico che “mi è stato conferito volevo essere qui perché Conte è corregionale mio, è romanista come me, ed è presidente del Consiglio. Quando mi hanno chiamato ho detto ‘che c’entro io con la Cultura?’. In questi casi rappresentanti all’Unesco si sono fatte con persone che si sono laureate, che conoscevano la geografia, le lingue. Io voglio portare il sorriso ovunque, anche nei posti seri”, ha detto Banfi con una presa di coscienza che sembra essere estranea ai suoi sponsor.  La Commissione Nazionale per l’UNESCO oggi infatti vede in carica Franco Bernabé come presidente ha tra i suoi membri professori e dottori, ma anche registi come Pupi Avati come membri scelto dal ministero dello Sviluppo: è probabile che Banfi prenda il posto di uno di quei nominati.

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E proprio del ministro ha parlato Banfi durante l’intervento: ” Questo ragazzo mi disse che sapeva tutti i miei film e mi disse interrogami … e poi si presento’ al mio ristorante per il mio compleanno con un mazzetto di fiori. Luigi ha 32 anni ma quando parla con Salvini e Conte ne ha 55.. non so come fa”. Poi, prosegue: “Non ti chiedo niente per chi voti, mi disse, ma io ti adoro perché hai fatto ridere 3 generazioni.. Ora abbiamo fatto 5 minuti faceti.. adesso parlate di cose serie”. Peccato che Di Maio non gliel’abbia chiesto perché Banfi non avrebbe avuto tanti problemi a rispondere.

Quando Banfi era berlusconiano

Banfi è stato infatti un ammiratore indefesso di Silvio Berlusconi. Nel gennaio 2011 disse che la storia delle escort faceva parte di una campagna di diffamazione nei confronti del Cavaliere e nel 2013 a Un Giorno da Pecora fece sapere che l’avrebbe votato sempre, “anche se un giorno ammazza 122 persone”. Poi nel 2017 in un’intervista rilasciata a Radio Capital disse che il Cavaliere avrebbe dovuto passare la mano: “Lui è abbastanza intelligente da capire che non può più stare al vertice: la può guidare con la sua esperienza ma c’è bisogno di ricambio, di giovani. E penso che questa cosa l’abbia capita pure lui”.

All’epoca raccontò anche un aneddoto che rispecchia profondamente la cura, la pulizia e la pulizia con cui l’Amministrazione Raggi governa Roma: “I 5 stelle? Inizialmente mi facevano piacere per il fatto che c’è il 5, e io sono il maestro del 5-5-5. Quando feci 80 anni venne la Raggi, era appena stata eletta: mi meravigliai, fu molto carina con me, mi disse che era un tributo dovuto, mi promise che mi avrebbe dato la chiave della città come ad Alberto Sordi ma non me l’hanno più data… ora si sono persi, si sono tutti incazzèti”. Sempre nel 2017, in un discorso al Parlamento, fece sapere che Craxi lo avrebbe voluto candidare come senatore.

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