Attualità
L'indagine sui consiglieri di Trump pagati dalla Russia
neXtQuotidiano 20/01/2017
Fbi, Cia, e National Security Agency (Nsa) stanno verificando il contenuto di comunicazioni intercettate e transazioni finanziarie, parte di una più ampia indagine su possibili legami tra funzionari russi e persone legate a Trump
A poche ore dal giuramento come 45esimo presidente degli Stati Uniti (le 12, le 18 in Italia) una (quasi) nuova tegola si abbatte sulla testa di Donadl Trump. Il New York Times, il quotidiano più antitrumpiano d’America, ma peraltro sempre ben informato, rivela che Fbi, Cia, e National Security Agency (Nsa) “stanno verificando il contenuto di comunicazioni intercettate e transazioni finanziarie, parte di una più ampia indagine su possibili legami tra funzionari russi e persone legate a Trump, incluso – elemento già emerso da tempo – “l’ex capo della sua campagna elettorale, Paul Manafort”, già accusato di avere legami con un magnate dell’acciaio ucraino che sosteneva il presidente filorusso Viktor Yanukovich. Presidente deposto dalla rivolta del 2014, battezzata Eruomaidan, dalla piazza di Kiev su cui si svolsero le piu’ violente manifestazioni di protesta, che secondo Mosca erano sponsorizzate dagli Usa.
L’indagine sui consiglieri di Trump pagati dalla Russia
Secondo Il Nyt “l’indagine da parte del controspionaggio comporta che dopo che Trump avrà prestato giuramento si troverà con persone a lui vicine sotto inchiesta. Il tutto dopo che le agenzie di intellignce Usa hanno concluso che il governo russo ha lavorato per aiutarlo ad eleggerlo. Ma allora come presidente Trump avrà il potere di controllare quelle stesse agenzie e avrà l’autorità di deviare o fermare almeno alcune di queste inchieste”. Il Times sottolinea prudentemente di non essere in grado di sostenere che “le comunicazioni intercettate abbiano nulla a che fare con la campagna di Trump o Trump stesso. Non è neanche chiaro se le indagini siano legate all’attacco hacker al Comitato Nazionale Democratico” durante la convention democratica della scorsa estate.
L’unico elemento certo secondo il quotidiano è che le indagini si “concentrano almeno in parte sugli accordi d’affari che alcuni dei consiglieri passati e presenti del presidente eletto hanno avuto con la Russia” e cita il gia’ noto caso di Manafort – costretto a dimettersi per questo dall’incarico ad agosto del 2016 – che ha fatto affari “in Ucraina e Russia: alcuni dei suoi contatti erano sorvegliati dalla National Security Agency (il grande orecchio Usa che la talpa Edward Snowden – ospite da 3 anni di Vladimir Putin in Russia – ha rivelato come abbia intercettato tutti, amici e nemici degli Usa, ndr) per sospetti legami con i servizi segreti russi (Fsb, erede del Kgb)”.
FBI in campo con la CIA
Gli altri uomini di Trump sospettati, per il Nyt, di “possibili legami con la Russia sono Carter Page, uomo d’affari ed ex consigliere di politica estera della campagna e Roger Stone, un attivista repubblicano” che, scrive il quotidiano, “è amico di lunga data di Trump e aveva raccontato in un discorso in Florida la scorsa estate di aver avuto contatti con Julian Assange (cofondatore di WikiLeaks) l’organizzazione che pubblico’ le email hackerate dei democratici” aggiungendo che Stone “predisse che sarebbero saltati fuori altri documenti, evento che si verifico dopo poche settimane”. Il Times riferisce che a “guidare l’indagine è l’Fbi, aiutata da Nsa, Cia e dall’unita’ investigativa criminale del ministero del Tesoro. Ma le indagini, benché abbiano subito un’accelerazione nelle ultime settimane, non hanno portato ad alcuna prova decisiva”. Hope Hicks, uno dei portavoce di Trump ha dichiarato “di non essere assolutamente a conoscenza di alcuna inchiesta”. Manafort stesso in una mail ha sostenuto che queste accuse di suoi legami con il governo russo “sono completamente false e frutto di uno sporco trucco dei democratici”.