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L’impresa di Paolo Brosio: criticare il ddl Zan parlando del caso Aurora Leone alla partita del cuore

Enzo Boldi 26/05/2021

Era improbabile, quasi impossibile, tentare una correlazione tra quanto accaduto all’attrice dei The Jackal e la legge contro l’omotransfobia, misoginia e abilismo. Ma il giornalista ci è riuscito

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Come un’illuminazione sulla via di Damasco, ecco apparire dal nulla Paolo Brosio che spiega al mondo la stretta (anzi, strettissima) correlazione tra la denuncia fatta da Aurora Leone – dopo l’episodio accaduto alla vigilia della Partita del Cuore – e il ddl Zan. Insomma, nessuno ci aveva pensato, ma il giornalista è riuscito – con abilità da arrampicatore sugli specchi di altissimo pregio – a sdoganare quel link invisibile agli occhi del mondo.

Paolo Brosio riesce a collegare il caso Aurora Leone al ddl Zan

“Per un clamoroso fraintendimento la questione è stata sparata su social ed è diventata un caso che andrebbe smontato immediatamente – ha detto Paolo Brosio ai microfoni di AdnKronos -. Pecchino porta avanti la Nazionale cantanti da 40 anni aiutando tutte le categorie, umane, sociali e religiose. La base della Nazionale Cantanti è l’inclusione e la solidarietà. Per questo io sono contro il Ddl Zan, è talmente generico che rischi che qualsiasi cosa dici vieni denunciato penalmente. Allora a questo punto va messo un bavaglio su tutto”.

Un bel pot-pourri messo in un unico calderone. Ingredienti che non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro, ma utili non tanto per difendere quello che lui definisce un “amico” – ovvero l’ormai ex direttore generale della Nazionale Cantanti Gianluca Pecchini -, ma per attaccare (ancora una volta) il disegno di legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo che – dopo esser stato approvato alla Camera – attende il voto del Senato.

Ovviamente i due “casi” non hanno alcun collegamento

Secondo Paolo Brosio, infatti, la miccia sarebbe stata provocata dalla condivisione social fatta da Aurora Leone. Ma la vicenda, sempre secondo il giornalista, è nata da un fraintendimento. Ovviamente lui non era presente lunedì sera all’interno del ristorante dell’hotel che ospitate le due squadre che si sono affrontate (per beneficenza) ieri sera all’Allianz Stadium di Torino, ma ha detto di aver fatto un lavoro giornalistico di verifica delle fonti e delle versioni. Mistero (delle fede, e non solo) il collegamento che è riuscito a trovare con il ddl Zan. Evidentemente, tra un’inchiesta in albergo e l’altra, non ha avuto tempo di leggere il testo del disegno di legge.

(foto IPP/Germano Paoloni)

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