“Abbiate pazienza, ho 91 anni”, Liliana Segre usa l’ironia per rispondere a chi le augura la morte | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-10-28

La senatrice a vita ha ricevuto la cittadinanza onoraria da Reggio Emilia e dottorato honoris causa dell’Ateneo Unimore. E, in quella occasione, ha usato il sarcasmo per rispondere agli odiatori

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Lunga vita a Liliana Segre. Per quello che ha rappresentato, per la sua testimonianza sulla pagina più buia della storia del mondo e per il suo modo di raccontare e accendere le coscienze su temi fondamentali come i diritti di ogni singolo essere umano. Ma anche per il suo modo di sdrammatizzare su quella pioggia di fango e minacce che riceve quotidianamente da quei leoni da tastiera che, ignorando la storia e non riuscendo a interpretare un pensiero critico su quanto avvenuto durante i regimi nazi-fascisti. E così, anche nel giorno in cui le è stata conferita la cittadinanza onoraria a Reggio Emilia e ha ricevuto il dottorato honoris causa da parte dell’Ateneo Unimore, una risata li seppellirà

Liliana Segre ironizza su chi, a 91 anni, le augura la morte

“Questo fatto che ancora oggi, alla mia età, ci sia qualcuno che mi augura la morte: rimango sempre un po’ sbalordita per questi che mi augurano la morte”. E ne spiega anche il motivo: “Perché avendo io 91 anni penso che da parte di questi signori ci sia poca pazienza. Non è che si può vivere in eterno”. L’arma dell’ironia taglia che seppellisce, con una risata, quell’odio irrazionale nei confronti della senatrice a vita, finita nel mirino degli attacchi per qualsiasi sua posizione (l’ultima quella sul Green Pass o sul sacrosanto – come previsto da leggi e Costituzione – scioglimento dei movimenti di ispirazione fascista).

Il significato delle prole di Liliana Segre va ben oltre il suo caso specifico. “Qualunque cosa venga detta o fatta, c’è sempre qualcuno che ti augura il peggio, che ti critica. E c’è questa specie di gioco al massacro da cui pochissimi sono esclusi. Perché vengono presi di mira personaggi più strani, per diventare addirittura caricature, simboli dell’efferatezza”. Mentre altri, che meriterebbero di finire nelle critiche, restano fuori da questo tritacarne fatto di odio.

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