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L’appello di Liliana Segre all’Europa per l’Afghanistan
neXtQuotidiano 01/09/2021
In un commento sulle colonne de La Stampa, Liliana Segre racconta la sua fuga e rilancia un messaggio di accoglienza verso gli afghani

Nelle parole di Liliana Segre c’è presente, passato e futuro. Questa mattina dalle colonne della Stampa, ecco il parallelismo che Liliana Segre riesce a fare tra la sua storia personale e quello che sta accadendo in queste settimane a Kabul.
Io, Liliana Segre profuga con loro https://t.co/YVqUrMl5Oo
— La Stampa (@LaStampa) September 1, 2021
Nel ricordo della senatrice a vita ci sono tutti quei frame che in questi giorni abbiamo visto. Sulle colonne del quotidiano di Torino non si sono risparmiati racconti e ricordi di famiglie divise e storie spezzate
“Questo è un messaggio da nonna che vorrei lasciare ai miei futuri nipoti ideali. Che siano in grado di fare la scelta. E con la loro responsabilità e la loro coscienza, essere sempre quella farfalla gialla che vola sopra ai fili spinati”#LilianaSegre #Afghanistan #MauroBiani pic.twitter.com/HIdyrn9O9G
— Enrico Cattani (@enricoudini) August 29, 2021
La fiducia di Liliana Segre nell’Europa per risolvere la questione afghana. Un continente piccolo, diviso e su cui contare
L’Europa, come spiega Segre, è un continente piccolo, diviso e su cui contare. Forse un po’ confusionario in questo momento, però deve rispettare il suo ruolo di riferimento per i dirimpettai. La situazione del sud est asiatico e la chiusura di alcuni corridoi fondamentali per il passaggio dei fuggiaschi afghani è il segnale di un continente impaurito. Diviso dal suo interno.
#LilianaSegre
“Conosco la disperazione degli afgani. Anch’io trovai una frontiera chiusa, quella della Svizzera che rispedì indietro me e mio padre condannandoci al campo di sterminio”#Afghanistan #1settembre pic.twitter.com/9MIFLSBRyH— Viviana Desio ????? #facciamorete #FBPEGlobal (@VivianaDesio) September 1, 2021
E’ chiaro, mai come oggi, che il potenziale esodo scatenato dall’avvento dei talebani spaventa un continente che da anni lotta per aprire le frontiere ma con criterio. Annoso dilemma. “Penso però alle studentesse e alle ragazze afghane, agli intellettuali in fuga, ai traduttori, ai poliziotti, a tutti quelli che hanno creduto nell’Occidente e ora sperano in noi – scrive Segre -. Sono “elite”, sono il futuro del loro Paese, e non dobbiamo abbandonarli. E per agire al meglio dobbiamo farlo non solo come Italia ma come Europa”.