L’occupazione del liceo Petrocchi di Pistoia contro le parole “omofobe e razziste” di un professore

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-02-23

Gli studenti del liceo artistico Petrocchi di Pistoia hanno occupato la scuola adducendo tra i motivi alcune espressioni omofobe che sarebbero state riferite da uno dei professori

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Il liceo artistico Petrocchi di Pistoia è occupato dagli studenti. Sulla falsa riga di quanto avvenuto al Righi di Roma, che ha visto lo stop forzato delle attività dopo che una professoressa si è rivolta a un’alunna dicendole “Ma che stai sulla Salaria?”, i giovani protestano contro un altro docente, accusato di frasi razziste e omofobe nei confronti di un alunno. “Quando faremo un party con donne e alcol lui non lo portiamo, perché si mangia tutte le salsicce”, la dichiarazione incriminata rivelata dallo studente in questione.

L’occupazione del liceo Petrocchi di Pistoia contro le parole “omofobe e razziste” di un professore

“L’episodio che mi riguarda risale allo scorso anno scolastico – ha raccontato – quando all’uscita dalla classe, il professore mi ha detto questa cosa davanti a tutti. Una frase inaccettabile. Dopo averci pensato a lungo, con i miei genitori abbiamo deciso di parlare con gli altri docenti e poi di recarci dalla preside per denunciare il fatto. Ci aspettavamo dei provvedimenti seri, invece sono solo arrivate delle scuse generali alla classe ed è finita lì. Non capisco come sia possibile che sia rimasto impunito”. Affermazioni smentite dalla dirigente scolastica del Liceo Petrocchi, Elisabetta Pastacaldi: “Certo che è stato sanzionato. Gli ho chiesto spiegazioni e un richiamo verbale, l’ho obbligato a chiedere scusa alla classe. La questione risale allo scorso anno, era già stata affrontata e sembrava risolta. I provvedimenti disciplinari sono graduali: non avrei potuto far altro basandomi su un’unica segnalazione orale”. La dirigente conclude poi: “Ieri finalmente lo studente mi ha inviato una relazione scritta dell’episodio, che ho trasmesso subito all’ufficio del provveditorato e alla questura. Saranno loro a valutare quali azioni intraprendere”.

Lo studente che ha denunciato ha aggiunto: “Ho sempre subito atti omofobi, ma da parte di un professore, a scuola, è stato davvero umiliante e demoralizzante. Adesso vivo con angoscia e non sono sereno con lui, non ho la forza psicologica per affrontarlo: da parte sua continua tuttora a ignorarmi e il mio rendimento nella sua materia è peggiorato. Cerco di farmi forza, penso a chi subisce in silenzio ma chiediamo provvedimenti veri: deve essere allontanato perché non è idoneo all’insegnamento”.

Gli altri motivi della protesta degli studenti

Ci sarebbe poi un secondo episodio, al quale gli studenti fanno riferimento: parlando di arte ai tempi del fascismo il docente avrebbe intonato “Faccetta nera”, e fatto alcune battute su Mussolini. “Era già stato richiamato anche per quegli episodi”, precisa Pastacaldi. Inoltre, la rappresentante d’istituto Serena Fermani ha spiegato che la protesta è guidata anche da motivi di carattere nazionale, come il “contrasto alla repressione violenta delle manifestazioni studentesche di Roma e Torino, i dubbi sulle modalità dell’esame di maturità decise senza ascoltare gli studenti, il silenzio riguardo le morti sul PCTO (alternanza scuola-lavoro)”, oltre che dai problemi dell’edilizia scolastica. “Non è mia intenzione difendere nessuno – spiega Pastacaldi – chi sbaglia deve rispondere delle proprie azioni. Sto dalla parte degli studenti: la loro protesta è condivisibile sotto molti punti di vista, a partire dalla richiesta più che legittima di studiare in un istituto in condizioni decorose. Ho fatto ciò che era in mio potere sulla base dei riscontri che avevo. Lo stesso ragazzo a cui sono state rivolte quelle parole mi ha assicurato che fatti del genere non si sono più ripetuti”.

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