Naufragio al largo della Siria, 89 morti: l’imbarcazione era partita dal Libano

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-09-24

Giovedì un’imbarcazione partita dal Libano e diretta in Italia è naufragata a largo della Siria: il bilancio è di 89 vittime

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Si aggrava il bilancio delle vittime del naufragio avvenuto giovedì tra le coste del Libano e quelle della Siria. La nave era partita dal porto di Minyeh, nel nord Libano, ed è affondata al largo della città di Tartus, in Siria. Secondo l’ultimo bollettino diffuso dalla televisione di Stato siriana sono 89 i corpi recuperati in mare dai soccorritori, una ventina i sopravvissuti. Secondo il Ministero dei trasporti siriano a bordo dell’imbarcazione c’erano tra le 120 e le 150 persone, tra le quali molte famiglie.

La nuova rotta: dal Libano all’Europa

La nave era probabilmente diretta in Italia. La rotta seguita da chi parte dal Libano e vorrebbe raggiungere i paesi europei è nuova: si tratta di una conseguenza della grave crisi economica che il Libano sta attraversando dal 2019. Martedì scorso un’altra imbarcazione con a bordo 55 migranti, salpata dal nord del Libano per percorrere questa stessa rotta, è stata intercettata dalla guardia costiera greca a largo di Creta e le persone a bordo sono state portate in Turchia. Il Libano ha una popolazione di quattro milioni di persone e secondo alcune stime accoglie un numero molto elevato di rifugiati siriani e palestinesi, difficile da monitorare con precisione.

Avvenire riporta che alcune organizzazioni umanitarie hanno stimato che in Libano vivano 1,5 milioni di rifugiati siriani, «il numero più alto di rifugiati pro-capite al mondo». Sia i rifugiati siriani che i cittadini libanesi cercano di raggiungere i paesi europei affidandosi, in assenza di mezzi più sicuri, ai trafficanti di esseri umani. Secondo Avvenire, un posto sulle imbarcazioni dirette in Europa può costare tra i 4.000 e i 7.000 dollari.

Ottenere un visto per uscire dal Libano è al momento molto difficile in quanto le domande negli ultimi tre anni, cioé dall’inizio della crisi economica, sono aumentate rendendo infinite le liste d’attesa. È per questo che i cittadini libanesi, spinti dalla volontà di scappare dalla povertà assoluta in cui verserebbero i tre quarti della popolazione, decidono di affrontare il viaggio verso l’Europa a bordo di imbarcazioni che nella maggior parte dei casi finiscono per naufragare.

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