L'eutanasia e il testamento biologico in Europa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-09-18

Come è regolamentato il fine vita nel Vecchio Continente: dai divieti britannici alla libertà dell’Europa del Nord

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Ieri il fregnaccificio italiano si è scatenato sulla storia del 17enne belga malato terminale che ha scelto l’eutanasia per porre fine alle sue sofferenze, come la legge del paese prevede, con l’assenso dei genitori e di medici e psicologi. Il numero di sciocchezze e offese alla famiglia del minore ha raggiunto livelli sconcertanti di ignoranza e disinformazione, come spesso càpita quando ci si affida alle credenze medioevali invece che alla scienza. In questa infografica del Corriere della Sera invece si riepilogano le legislazioni europee sul fine vita: e dalla scheda si evince che sono Belgio e Paesi Bassi gli unici paesi europei che hanno autorizzato l’eutanasia anche sui minori di 18 anni, con i secondi che però l’ammettono solo per i neonati e i maggiori di 12 anni.
Nel resto d’Europa, afferma il censimento del sito del Centre d’information sur l’Europe, è possibile avere l’eutanasia attiva in Lussemburgo. In altri paesi sono ammesse altre forse definite di ”eutanasia passiva” o anche ”suicidio assistito” dove e’ il paziente che agisce direttamente con l’aiuto dei medici per la formulazione dei farmaci, per mettere fine alla propria vita. OLANDA – La prima legge che legalizza l’eutanasia e’ stata approvata nell’aprile del 2001 in Olanda, che diventa il primo paese al mondo a consentire eutanasia e suicidio assistito. Nel giugno 2015 l’associazione dei pediatri olandesi ha chiesto di rimuovere il limite dei 12 anni, ma ancora non c’è stata nessuna modifica in questo senso. In particolare, in Belgio la legge che legalizza l’eutanasia è entrata in vigore nel settembre 2002. Dal 13 febbraio 2014 è legale anche l’eutanasia sui minori, senza restrizioni di età anche se deve essere espressa anche la volontà del bambino prima di procedere. In Lussemburgo la normativa è entrata in vigore nel marzo 2009. Prevede che non venga sanzionato penalmente e non possa dar luogo ad un’azione civile per danni ”il fatto che un medico risponda ad una richiesta di eutanasia”.
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In Svezia nell’aprile 2010 l’autorità nazionale ha dato il via libera all’eutanasia passiva (con interruzione o omissione di trattamenti medici). L’eutanasia attiva è proibita. In Svizzera la legge consente l’aiuto al suicidio se prestato senza motivi egoistici. Una prestazione garantita anche ai cittadini stranieri. Nel 2015 il Parlamento tedesco ha ammesso l’eutanasia passiva, a patto che non ci sia dietro ‘uno scambio commerciale’. Pur non essendoci una legge specifica anche l’eutanasia attiva è ammessa se è chiara la volontà del paziente. In Spagna sono ammessi eutanasia passiva e suicidio assistito, ma non l’eutanasia attiva. In Danimarca sono ammesse solo le direttive anticipate di trattamento. In Francia l’eutanasia attiva èvietata, mentre è parzialmente ammessa quella passiva, in presenza dell’autorizzazione di due medici. In Gran Bretagna anche l’aiuto al suicidio è perseguito per legge, come ogni forma di eutanasia, ma un giudice può autorizzarlo in casi estremi. Tra i paesi più severi nel punire qualunque forma di assistenza al suicidio ci sono l’Irlanda, che ha pene fino a 14 anni, la Grecia e la Romania, che le hanno di sette. E l’Italia? Che domande: l’Italia non ha nemmeno una legge.

Leggi sull’argomento: La vera storia dell’eutanasia su un minore in Belgio

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