Cosa succede al canile di Palermo

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-03-28

Le associazioni animaliste hanno vinto il primo round: i cani del canile municipale non verranno trasferiti ad un’associazione sospettata di maltrattamenti nei confronti degli animali. Rimane però il problema dei lavori di ristrutturazione che sono già stati finanziati e che sarebbero dovuti iniziare nel 2012

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Si è conclusa con la temporanea vittoria delle associazioni animaliste la battaglia che si è svolta ieri di fronte al canile municipale di Palermo per scongiurare il trasferimento di alcuni cani verso la struttura di un’altra associazione. La protesta è iniziata prima con il taglio degli pneumatici dei furgoni del Comune che avrebbero dovuto trasportare i cani ospiti del canile ed è proseguita con un presidio organizzato dagli attivisti di associazioni come Ada, Lida, Oipa ed Enpa che hanno bloccato l’accesso al canile in modo da impedire l’uscita dei cani.

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La protesta degli animalisti davanti al cancello del canile di Palermo (Fonte: Lega del Cane di Palermo via Facebook.com)

Cosa sta succedendo al canile di Palermo

Tutto è iniziato a dicembre 2016 quando il Comune di Palermo ha deciso di provvedere allo svuotamento del canile municipale (che ospita poco più di 170 cani) per consentire lo svolgimento dei lavori di ristrutturazione che in teoria avrebbero dovuto partire nel 2012, data di aggiudicazione della gara d’appalto da due milioni di euro finanziati con fondi nazionali, ma che non sono mai iniziati a causa della presenza degli ospiti a quattro zampe. A fine 2016 il Comune aveva così proposto di concedere un contributo una tantum di 480 euro a cane a favore di quei privati o di quelle associazioni che avessero adottato uno dei cani del canile municipale. L’intento era quello di incentivare le procedure di adozione e agevolare così lo svuotamento del canile ma già all’epoca la proposta non era stata gradita dalle associazioni animaliste che avevano parlato di mercificazione delle vite degli animali. Per il sindaco di Palermo Leoluca Orlando invece il danneggiamento dei mezzi del Comune è un chiaro segnale di chi non vuole che l’amministrazione comunale proceda allo svuotamento del canile e soprattutto all’interruzione del trasferimento di fondi alle associazioni che si occupano dei cani randagi.

Se qualcuno aveva ancora dei dubbi, finalmente oggi tutto si è chiarito rispetto alla natura criminale di chi in questi mesi ha speculato sugli animali ospitati al Canile municipale e sul lavoro e la buona fede di tanti volontari che hanno accudito gli animali. Il gravissimo atto di danneggiamento dei mezzi comunali destinati al trasporto e agli interventi di cura degli animali è per noi solo la conferma di quanto abbiamo già ribadito: con la pianificazione dei lavori di ristrutturazione del canile e l’interruzione dei trasferimenti di denaro alle associazioni private (oltre 920 mila euro, ndr) abbiamo rotto un sistema criminale che a tutto è interessato fuorché al benessere dei cani. Quel che è certo è che questi comportamenti non cambiano in alcun modo l’obiettivo del Comune che è quello di ristabilire la legalità e dotare Palermo di una struttura adeguata alle necessità del benessere degli animali e alla tutela del territorio

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Leoluca Orlando fa la guerra alle associazioni animaliste

Insomma secondo il sindaco Orlando alcune associazioni per paura di vedersi ridotti i contributi comunali avrebbero inscenato una protesta per impedire il trasferimento degli animali in altre struttura in attesa della conclusione dei lavori di ristrutturazione del canile. A quanto pare il Comune paga circa duemila euro l’anno per ogni cane come contributo per il sostentamento e la cura dell’animale e la decisione del sindaco di “dare un taglio” a quei contribuiti non poteva certo essere accolta con favore da quelle stesse associazioni. Come ha spiegato Gabriele Marchese, il dirigente comunale che ha il compito di gestire lo svuotamento del canile,  i problemi «sono iniziati nell’aprile del 2016 con la revoca della concessione all’associazione Ada che gestiva il canile dal 2012. Il Comune ogni anno dava loro 200mila euro per gestire il canile, che ora è affidato agli operai dell’azienda partecipata Reset, all’interno del contratto di servizio e dunque con un notevole risparmio per le casse comunali». In realtà le cose non sono così semplici, perché da una parte le associazioni che stanno protestando per difendere i cani hanno condannato il gesto di quei facinorosi che nella notte tra lunedì e domenica hanno danneggiato i mezzi del Comune, mezzi che sono fondamentali per prestare soccorso agli animali del territorio. Dall’altra però le stesse associazioni denunciano che il Comune ha deciso di affidare una decina dei cani ospiti del canile all’associazione presieduta da Antonio Capizzi, compagno di Chiara Notaristefano titolare a sua volta dell’associazione Mamma Chiara Animal, il cui furgone era presente ieri davanti alla struttura per procedere al trasferimento, furgone che secondo le guardie zoofile non sarebbe stato a norma per il trasporto di animali. Chiara Notaristefano, denunciano le associazioni che protestano davanti al canile, è stata più volte denunciata per maltrattamento di animali e due anni fa era stata fermata dal Corpo Forestale in provincia di Firenze che aveva verificato che all’interno del suo furgone era stipata una cinquantina di cuccioli trasportati in condizioni davvero disumane. La Notaristefano da parte sua ha sempre respinto ogni accuse difendendo la bontà del suo operato. Proprio per evitare che i cani vengano trasferiti alla Mamma Chiara Animal le associazioni si sono attivate per trovare al più presto un alloggio a quanti più cani possibile.
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Nel frattempo Orlando ha chiesto al Prefetto di Palermo di convocare un tavolo con la Regione e il Comune per poter risolvere la questione dello svuotamento del canile, che l’amministrazione vorrebbe venisse ultimato entro il 3 aprile in modo da consentire alla ditta che si è aggiudicata la gara d’appalto di poter iniziare i lavori. Come è prevedibile la battaglia per il canile è entrata anche nella campagna elettorale per le amministrative di Palermo. L’ex PD Fabrizio Ferrandelli ha scritto su Facebook nei giorni scorsi che con la stessa cifra destinata ai lavori di ristrutturazione si potrebbe provvedere alla costruzione di una nuova struttura che rispetti a pieno le norme igienico-sanitarie in materia di custodia e cura degli animali randagi e abbandonati. Anche Ugo Forello, candidato sindaco del MoVimento 5 Stelle (il M5S era presente al presidio con alcuni attivisti) chiede che la città venga dotata di un canile a norma e al di fuori del centro abitato, così come prevedono le leggi e i regolamenti vigenti. Nella questione è intervenuto – sempre su Facebook – anche il deputato pentastellato Paolo Bernini che ha scritto che il Ministero della Salute contatterà il sindaco Orlando perché “qualche funzionario non sta agendo a norma di legge”. Nel frattempo i cani restano al canile e i lavori, per i quali sono stati stanziati soldi pubblici non possono partire. La responsabilità però non può essere addossata solo alle associazioni animaliste perché anche il Comune avrebbe potuto agire diversamente trovando una soluzione alternativa e gestendo meglio il bando per l’affidamento degli animali.

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