La Lega viola (per l’ennesima volta) il silenzio elettorale per attaccare il comizio del PD in piazza del Popolo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-09-24

La legge sul silenzio elettorale secondo alcuni è anacronistica. Per esempio, nulla vieta ai politici di postare sui social network

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Non è una campagna elettorale che si rispetti senza che la Lega violi il silenzio elettorale. Un grande classico che si è ripetuto puntualmente anche oggi, sull’account Instagram ufficiale della partito di Salvini, che ha pubblicato una foto della chiusura della campagna elettorale del Partito Democratico che si è tenuta ieri in Piazza del Popolo a Roma, in cui si vede una bandiera del PD sventolare vicino a quella dell’Unione Sovietica.
Nel post viene criticata l’intera campagna elettorale di Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, per poi arrivare alla chiusa con la frase: «Domani decideranno gli italiani».
Matteo Salvini, leader della Lega, in passato ha utilizzato varie volte Facebook e Twitter per fare appelli al voto il giorno stesso delle elezioni, come spiega Openpolis. Dalla mezzanotte di venerdì 23 settembre fino alla chiusura dei seggi, prevista per le ore 23 di domenica 25 settembre, i politici italiani non possono fare campagna elettorale: non può essere organizzato nessun comizio, non possono rilasciare dichiarazioni né interviste in televisione o in radio. Si tratta del cosiddetto “silenzio elettorale”, stabilito da un legge del 1956, che serve per consentire ai cittadini di riflettere sul voto e su quello che hanno visto e ascoltato durante la campagna elettorale senza ulteriori stimoli. Molti definiscono questa legge anacronistica, in effetti capita spesso che i politici violino questa legge, soprattutto sui social network. In realtà, la legge di per sé non impedisce ai politici di postare sui social, ma si tratta di una convenzione radicata e che i politici sarebbero tenuti ad adottare.

 

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Un post condiviso da Lega – Salvini Premier (@legaofficial)

Silenzio elettorale: una legge anacronistica?

La legge non è stata ancora adeguata ai recenti sviluppi della società nel modo di utilizzare le piattaforme di informazione e divulgazione: nulla vieta di fare propaganda sui social network, lo strumento più utilizzato dai leader dei principali partiti politici per comunicare con il proprio pubblico. Per questo può capitare che nei giorni immediatamente precedenti al voto i leader si esprimano comunque usando i propri canali social personali o quelli del partito, nonostante le campagne elettorali siano formalmente concluse. Per molti, questo significa comunque violare la legge sul silenzio elettorale.

Insomma, secondo la legge sul silenzio elettorale non si può fare propaganda in televisione e in radio, non si possono tenere comizi in luoghi aperti al pubblico e non si può fare alcuna forma di propaganda elettorale entro 200 metri dai seggi, ma è probabile che sui social network gli esponenti dei principali partiti politici continueranno a twittare e postare contenuti a sfondo politico. Questo crea ancora più confusione, in quanto capita che gli utenti commentino facendo notare che parlare di questi temi viola la legge sul silenzio elettorale, in realtà, fanno notare altri utenti, la legge non si applica ai social network.

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