E la Lega salva la poltrona di Gianluca Savoini

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-09-18

Il consiglio regionale della Lombardia ha respinto una mozione del PD per chiedere le dimissioni di Savoini dal ruolo di vice-presidente del Corecom. Si è scoperto però che anche se la mozione fosse passata il Consiglio – che pure ha nominato Savoini – non avrebbe alcun potere per costringere Mr. Russiagate a fare un passo indietro. E così il Presidente dell’Associazione Lombardia-Russia potrà continuare a prendere lo stipendio, soldi pubblici, ovviamente

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Matteo Salvini sarà anche uno che non è attaccato alla poltrona come quelli del PD o del MoVimento 5 Stelle. Ma quella degli amici fa in modo di salvarla. È il caso di Gianluca Savoini che attualmente è vice-presidente del Corecom, il Comitato regionale per le comunicazioni, l’emanazione lombarda dell’AgCom. Ieri il consiglio regionale della Lombardia ha bocciato, con 39 no e 26 sì la mozione del PD che chiedeva le dimissioni di Gianluca Savoini.

Tutti i soldi pubblici che finiscono nelle tasche di Savoini (grazie alla Lega)

Per quell’incarico – che Savoini ricopre legittimamente essendo stato nominato dal Consiglio regionale – il presidente dell’Associazione Lombardia-Russia percepisce un compenso mensile pari a 1.875 euro (2.594,07 euro lordi) erogato dal Consiglio Regionale della Lombardia. Dal momento che attualmente l’ex consigliere di Salvini è coinvolto in una vicenda dai contorni poco chiari, quella dell’audio dell’Hotel Metropol di Mosca, l’opposizione ha chiesto che il Consiglio rimuovesse dall’incarico il vicepresidente del Corecom. In realtà anche se la mozione fosse passata il Consiglio regionale non avrebbe avuto gli strumenti per obbligare Savoini a dimettersi.

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La Lega però ritiene che l’Aula non abbia il diritto di esprimersi su una vicenda giudiziaria in corso ma solo di valutare l’operato di Savoini come vicepresidente del Corecom. Il punto però non era quello di “processare” Savoini ma di prendere le distanze da una figura, che chiaramente è legata alla Lega, e che a prescindere dai risvolti penali dell’inchiesta di BuzzFeed e de L’Espresso intrattiene rapporti poco chiari con presunti finanziatori stranieri legati a Putin. Alla luce di quelle inchieste secondo il PD e il M5S Savoini non sarebbe idoneo a ricoprire l’incarico pubblico e si possono sollevare dubbi riguardo al fatto che svolga il suo mandato “con dignità ed onore” come sancisce la Costituzione.

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C’è anche la questione non secondaria delle funzioni del Corecom, un organo di garanzia e di controllo indipendente sulle telecomunicazioni. È opportuno – chiedono i consiglieri d’opposizione – che a ricoprire un incarico così importante ci sia una persona che non nasconde le sue simpatie per una nazione dove i giornalisti vengono uccisi? Non dovrebbe essere forse la Lega a chiedere a Savoini di fare un passo indietro togliendo dall’imbarazzo il partito e la giunta di Regione Lombardia? Perché è stata la Lega a designare Savoini come vice-presidente (in precedenza nel 2006 Savoini era stato Direttore della Struttura Stampa del Consiglio regionale della Lombardia) del Corecom. Ma non c’è solo il compenso del Corecom tra i soldi pubblici che finiscono – legittimamente, per carità – nelle tasche di Savoini. L’Espresso rivelava qualche giorno fa che l’uomo del Russiagate ha percepito a partire dal giugno del 2018 2.600 euro mensili (il totale indicato nei documenti è 35mila euro) da Ferrovie Nord Milano Spa, una società quotata in Borsa i cui azionisti principali sono la Regione (con il 58%) e Ferrovie dello Stato. Non si sa quale incarico svolga presso FNM Savoini, però si sa che il Consiglio di Amministrazione è stato rinnovato poco dopo la vittoria della Lega alle Regionali del 2018. E forse è troppo chiedere a Savoini di fare chiarezza o di dimettersi. In fondo non ha alcun obbligo. Un partito politico come la Lega invece ha l’obbligo di fare chiarezza sui suoi rapporti con Savoini. Lo farà mai?

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