Le tre sorelle indiane che si gettano in un pozzo: “Meglio morire che sopportare le torture dei nostri mariti”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-05-31

Le tre donne si sono uccise lo scorso 25 maggio nello stato indiano del Rajasthan. Con loro anche due bambini, figli di una delle sorelle

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Avevano rispettivamente 25, 23 e 20 anni. La maggiore ha portato con sé anche i suoi due figli (uno di 4 anni, l’altro nato da pochissime settimane), mentre le altre due stavano affrontando la gravidanza. Le tre sorelle indiane hanno deciso di togliersi la vita perché esasperate dalle continue violenze dei rispettivi mariti, sposati in matrimoni combinati organizzate dalle rispettive famiglie. Lo hanno fatto lo scorso 25 maggio, quando hanno deciso di recarsi davanti a un pozzo nello stato del Rajasthan (in India) per gettarsi e uccidersi. Perché hanno preferito la morte alle continue violenze e a quel susseguirsi di soprusi psicologici e fisici.

Sorelle indiane si gettano in un pozzo per fuggire alle violenze dei mariti

Una storia terribile, figlia di quell’ideale di patriarcato che condiziona le gerarchie sociali in alcune zone dell’India. Le tre sorelle indiane – Kalu Meena (25 anni), Mamta Meena (23) e Kamlesh Meena (20) – erano state date in sposa a tre fratelli, figli di ricchi proprietari terrieri. Matrimoni combinati, conditi da violenze e soprusi. La più grande aveva due figli: uno di 4 anni e l’altro nato da pochissime settimane. E anche i due piccoli sono le vittime di quanto accaduto. Le tre giovani donne, infatti, si sono lanciate giù per le pareti strette di quel pozzo profondo con un unico obiettivo: uccidersi.

E le motivazioni di questo gesto sono state scritte su un biglietto: “Ce ne andiamo, così tutti saranno felici. Lo facciamo per colpa dei nostri parenti acquisiti”. Perché le tre giovani avevano implorato le famiglie di non procedere con quelle nozze combinate, ma nessuno fece nulla. Poi le violenze e i soprusi. Sia da parte dei mariti (una delle tre sorelle, la maggiore, fu costretta anche al ricovero in ospedale per via di gravi ferite) che dagli altri familiari “acquisiti” da questi matrimoni. E adesso, solo adesso, i protagonisti di questa vicenda sono stati fermati e interrogati dalla Polizia locale indiana.

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