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Le radiazioni record registrate a Fukushima

neXtQuotidiano 03/02/2017

Una falla di circa un metro quadro è stata rinvenuta lungo una grata metallica sotto il contenitore a pressione del reattore. La nuova misurazione è stata giudicata dagli specialisti come ‘inimmaginabile’, e supera di gran lunga il livello di 73 sieverts raggiunto all’interno del reattore

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Un livello record di radiazioni è stato rilevato all’interno del reattore numero 2 della centrale nucleare di Fukushima Daichi, attualmente in fase di smantellamento. Lo ha reso noto l’operatore dell’impianto, la Tokyo Electric Power (Tepco), spiegando che le rilevazioni hanno raggiunto i 530 sievert all’ora, una misurazione talmente alta da essere letale agli esseri umani anche dopo una breve esposizione.
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Le radiazioni record registrate a Fukushima

Tepco ha spiegato che una falla di circa un metro quadro è stata rinvenuta lungo una grata metallica sotto il contenitore a pressione del reattore, un danno probabilmente causato dal combustibile esausto rilasciato dal contenitore. La nuova misurazione è stata giudicata dagli specialisti come ‘inimmaginabile’, e supera di gran lunga il livello di 73 sieverts all’ora raggiunto precedentemente all’interno del reattore. Secondo l’Istituto giapponese di Scienze Radiologiche un’esposizione di 4 sievert ucciderebbe una persona su 2. Essere esposti a 1.000 millisieverts – che equivale a 1 sievert – potrebbe condurre a impotenza, perdita di capelli e delle cataratte. L’esposizione a 100 millisieverts, sempre secondo gli esperti, incrementa il rischio di cancro. La recente scoperta della Tepco evidenzia le difficoltà estreme in cui si muove l’operatore nel rimuovere i detriti del combustibile nucleare contenuto nelle vasche di contenimento all’interno dei reattori. La Tecpo avrebbe dovuto iniziare nelle prossime settimane i test di rilevazione con un robot comandato a distanza, ma la recente scoperta e l’attuale livello di radiazioni non consentirebbe alla macchina di operare per più di 2 ore, prima di venire distrutta dalle emissioni. La catastrofe di Fukushima, avvenuta l’11 marzo 2011, dopo un terremoto di magnitudo 9 e il conseguente tsunami, ha provocato la fusione dei noccioli dei reattori 1, 2 e 3. Ancora oggi, non si conoscono le reali condizioni del combustibile esausto localizzato fuori dalla struttura di contenimento primaria del reattore, per via dell’alto livello di radiazioni presenti.

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