Le placche del Mar Adriatico e il pericolo terremoto

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-11-27

Su grande scala «abbiamo la placca africana che preme verso nord contro quella euroasiatica», spiega Mancini. È il meccanismo che sta facendo lentamente chiudere l’antico oceano Tetide, il cui erede non è altri che il Mediterraneo. A livello dell’Italia e della Grecia, però, queste due grandi placche si frammentano in pezzetti più piccoli e complicati

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C’è una “cintura di fuoco del Mediterraneo”. Nella mappa del pericolo terremoti in Europa, la fascia che va dalla Turchia all’Albania, passando per la Grecia, è di colore viola intenso. Pericolo massimo, spiega oggi Repubblica in un articolo a firma di Elena Dusi, anche più diffuso rispetto all’Italia. Per questo la scossa della notte scorsa a Durazzo, ore 3:54, magnitudo 6.2, non stupisce nessun esperto.

Il 21 settembre scorso la stessa zona era stata colpita da un sisma 5.8. E già allora il terremoto venne descritto come il più forte degli ultimi vent’anni. «Potrebbe esserci un collegamento fra settembre e oggi», secondo Rita Di Giovambattista, direttrice del Dipartimento Terremoti dell’Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia). «Può darsi che le scosse di due mesi fa fossero preparatorie di quella attuale». Ma per gli esperti non c’è motivo di pensare che un sisma in Albania possa attivarne uno nel nostro Paese. Siamo troppo lontani.

In Italia, lungo la costa adriatica meridionale, è arrivata però l’eco del sisma albanese. La prima scossa delle 3:54 è stata seguita da altre tre di magnitudo superiore a 5, che hanno fatto tremare la terra in modo leggero anche in Puglia. Per un attimo si è temuto l’arrivo di un piccolo maremoto. Proprio all’Ingv di Roma ha sede il Centro Allerta Tsunami, attivo per tutto il Mediterraneo:

Quanto all’origine del terremoto albanese, bisogna chiamare in causa il gioco delle placche terrestri. Su grande scala «abbiamo la placca africana che preme verso nord contro quella euroasiatica», spiega Mancini. È il meccanismo che sta facendo lentamente chiudere l’antico oceano Tetide, il cui erede non è altri che il Mediterraneo. A livello dell’Italia e della Grecia, però, queste due grandi placche si frammentano in pezzetti più piccoli e complicati. «La costa albanese si sposta verso ovest di 4-10 millimetri all’anno», spiega Di Giovambattista. «E questa compressione è la causa dei terremoti odierni».

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Le scosse del terremoto in Albania (La Repubblica, 27 novembre 2019)

In Italia nel frattempo (almeno nella parte centrale della penisola) la costa adriatica preme verso est al ritmo di 1-2 millimetri all’anno. All’interno, nell’Appennino, la crosta si estende generando terremoti come la sequenza di Amatrice e Norcia. Sempre a causa di queste pressioni, in un futuro molto lontano, il Mar Adriatico si restringerà, creando un ponte geologico fra noi e i Balcani.

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