Attualità
Le perquisizioni in Campidoglio per le nomine di Virginia Raggi
neXtQuotidiano 15/12/2016
Ieri la GdF si è presentata a Palazzo Senatorio per portare via atti e documenti relativi alle nomine della giunta: sotto la lente gli stipendi d’oro dello staff e le procedure. In ballo il reato di abuso d’ufficio
La Guardia di Finanza si è presentata ieri a Palazzo Senatorio per acquisire tutti i documenti, compresi pareri e determine sui compensi, relativi alle assunzioni effettuate dalla sindaca di Roma Virginia Raggi. Gli atti sono stati portati via in una serie di scatoloni e dovrebbero riguardare l’indagine scaturita dall’esposto di Carla Romana Raineri, ex capo di Gabinetto della Giunta. Scrive Simone Canettieri sul Messaggero che l’indagine potrebbe portare alla contestazione del reato di abuso d’ufficio per la prima cittadina, dopo che nelle scorsesettimane anche l’Autorithy anticorruzione aveva puntato il dito sul conferimento degli incarichi a Marra e Romeo.”Non so cosa sia stato fatto ma non abbiamo nulla da nascondere”, dice il vice sindaco di Roma Daniele Frongia. La sindaca invece prima affida il suo pensiero a Twitter e poi si sfoga con i giornalisti: «Questa vicenda sta assumendo toni ridicoli. La magistratura lavorerà, sono atti dovuti ed e’ follia pensare che non siamo disponibili a collaborare con l’autorità giudiziaria. Ma e’ simpatico che tutto sia partito dall’ex capo di gabinetto che fu nominata con una procedura diversa rispetto a quella che io avevo individuato, dunque con una forzatura a cui sono stata indotta».
Le perquisizioni in Campidoglio per le nomine di Virginia Raggi
Il riferimento è al contratto della Raineri e alla procedura di assunzione del capo di gabinetto che venne contestata successivamente anche dall’Autorità Anticorruzione. Dopo essersene andata sbattendo la porta, per i rilievi dell’ANAC sulla sua nomina, seguita a ruota da quattro dei più importanti «tecnici» dell’amministrazione, la Raineri è andata a bussare alla porta del capo della procura Giuseppe Pignatone. La procura ha già ascoltato Alessandro Solidoro, che il primo settembre ha lasciato il suo posto di amministratore unico dell’Ama e Marcello Minenna, superassessore al Bilancio e alla Partecipate, anche lui dimissionario, insieme al direttore generale di ATAC Marco Rettighieri e all’amministratore delegato Armando Brandolese. Nel mirino della procura, tra gli altri, c’è la nomina di Salvatore Romeo, il dipendente comunale che ha ottenuto un incarico dirigenziale con triplicazione dello stipendio (poi ridotta da 90mila a 70mila euro). Sulle nomine la Raggi aveva chiesto il parere dell’Anticorruzione e lo aveva utilizzato per chiedere alla Raineri un taglio di stipendio o un passo indietro, ottenendo alla fine le dimissioni dell’ex capo di gabinetto. Cantone rilevò questioni di «illegittimità» evidenziando come il Tuel (testo unico enti locali) rimandi a un regolamento che il Campidoglio non ha e soprattutto sottolinei i problemi legati alla quantificazione degli emolumenti. Proprio di questo si sta occupando il pubblico ministero Francesco Dall’Olio. Secondo la legge l’abuso d’ufficio scatta quando una nomina viene effettuata per far percepire all’interessato un ingiusto profitto e dunque bisognerà stabilire se la procedura abbia rispettato questa regola o se invece i due abbiano ottenuto più del dovuto. Il parere di ANAC è stato acquisito agli atti del fascicolo, per ora senza indagati: a far scattare la necessità di ulteriori verifiche,il fatto che sebbene ci fosse la concreta possibilità di spostarlo da un incarico all’altro, Romeo sia stato messo in aspettativa dal suo lavoro presso il Comune (prendeva 37mila euro) per poi essere riassunto a tempo determinato con una cifra ritoccata a quasi 100mila euro.
L’inchiesta sulle nomine della Giunta
Tra le nomine sotto la lente c’è anche l’incarico all’attuale capo del personale Raffaele Marra, che si sarebbe spinto a minacciare Laura Benente, che l’ha preceduto nell’incarico. Ad agosto, l’allora vicecapo di gabinetto avrebbe preteso che la Benente gli desse l’ok per un master a Bruxelles pagato dall’amministrazione. E alle rimostranze di lei sarebbe esploso con accuse gravi: «Mi farò dare gli atti che ha firmato e troverò qualcosa per denunciarla» avrebbe detto (a lei e non alla sua superiore Carla Raineri). Nell’inchiesta è entrato anche l’esposto di Fratelli d’Italia (consultabile qui) in cui si contestavano le nomine di Daniela Raineri, Raffaele Marra e Salvatore Romeo. L’esposto aveva portato all’apertura di un fascicolo: nella denuncia si sosteneva che «l’amministrazione capitolina, nella deliberazione 14/2016», sarebbe «incorsa nel vizio di legittimità in violazione» di alcune decreti legislativi e del «Regolamento sull’ordinamento degli Uffici e servizi dell’Ente». Nei pareri le posizioni erano diversificate. In quello di Police si spiegava che l’interpretazione letterale dell’articolo 90 comma 1 TUEL è ostativa ad un’assunzione come quella di Romeo.
Il secondo parere, quello dell’Anac, risponde ad un quesito che sembra coniato ad hoc per salvare Romeo, sulla base di un regolamento del Comune di Firenze citato come precedente di una procedura analoga. Ma Cantone, pur in termini molto difficili da decifrare e quasi elusivi, afferma la «necessità» di un«regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi» per consentire l’applicazione dell’articolo 90 del Tuel all’assunzione di personale già dipendente dal Comune tra i collaboratori dello staff del sindaco. E, visto che Roma Capitale quella norma non ce l’ha, se ne deduce che la nomina di Romeo come fosse un esterno dall’amministrazione è illegittima.
La Raggi pubblicò il parere ANAC sulla Raineri poche ore dopo l’arrivo, mentre non protocollò nemmeno quello su Romeo.