Le parole commosse del papà di Attanasio all’Ansa: “Lui ha solo fatto del bene a tutti”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-02-23

“È sempre stato un uomo proiettato verso alti ideali. Una persona onesta, corretta, mai avuto uno sgarbo o uno screzio”. Stasera rientrano in Italia i feretri, domani saranno eseguite le autopsie.

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“Lui è sempre stata una persona molto proiettata verso il sociale, verso gli altri. Lui ha solo fatto del bene a tutti”. Visibilmente commosso, triste ma tutto d’un pezzo: Salvatore Attanasio, padre di Luca, l’ambasciatore che ieri è stato ucciso in Congo insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci durante un agguato, rilascia una intervista video di pochi minuti all’Ansa. Inizia scuotendo la testa e passandosi la mano sugli occhi, come per stropicciarseli. E sta lì seduto in casa sua, con alcune foto di famiglia alle spalle e l’aria di chi soffre e non se ne capacita, di chi si pone domande come: perché proprio a me? Al giornalista Enzo Laiacona, dice:

Passano in trenta secondi i ricordi di una vita, sono cose ingiuste che non dovrebbero succedere. Per noi la vita è finita. è crollato il mondo addosso. Dobbiamo pensare alle nipoti, dobbiamo pensare a queste tre creature che prima avevano una prateria davanti a loro, con un padre così… Tra l’altro loro sono molto affezionate al padre: le bambine non lo sanno ancora. Non si rendono conto le bambine.

L’ambasciatore era infatti sposato da pochi anni con Zakia Seddiki, donna originaria del Marocco (dove si erano conosciuti), e fondatrice dell’Ong “Mama Sofia”, che opera a Kinshasa, occupandosi di oltre 13.800 bambine e bambini di strada. Con lei ha avuto tre figlie, tre bambine piccole. La cui vita -dice il nonno- è stravolta per sempre, e a cui bisognerà dedicare molte attenzioni. Spiega poi di aver sentito l’ultima volta il figlio domenica, il giorno prima dell’uccisione, e che non era per nulla preoccupato. Anzi, era felice: “Era così felice di questa missione. Ce l’ha illustrata, ci ha spiegato gli obiettivi”.

Lo ricordiamo: Luca Attanasio, quando è stato intercettato e rapito dai sette uomini armati di kalashnikov, stava raggiungendo la scuola del villaggio di Rutshuru, che avrebbe dovuto ricevere gli aiuti alimentari del World Food Programme. E ricordiamo anche che solo pochi mesi fa era stato insignito del Premio Internazionale Nassiriya per la Pace. Continua il padre:

Lui è sempre stata una persona molto proiettata verso il sociale, verso gli altri. Lui ha solo fatto del bene a tutti. E lo possono testimoniare tutti i cittadini di Limbiate, tutti: dal primo all’ultimo. Siamo distrutti, una perdita incommensurabile. Era un uomo di grande fantasia ed era capace di coinvolgere tutti: una cosa che per me poteva essere poco chiara, pessima, lui me la rendeva positiva.

E poi conclude all’Ansa: “È sempre stato un uomo proiettato verso alti ideali. Una persona onesta, corretta, mai avuto uno sgarbo o uno screzio”.

Intanto stasera è atteso il rientro dei feretri dei due. E, per domani mattina, invece, sono previste le autopsie.

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