Cultura e scienze

Le 237 medicine introvabili

neXtQuotidiano 26/08/2019

Nella lista ci sono dai vaccini agli antitumorali. Tra le cause la dipendenza dall’industria straniera Che non produce più i principi attivi poco redditizi. E la strategia dei grossisti che giocano al rialzo

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In Italia ci sono 237 medicine introvabili. Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, tiene costantemente sotto controllo le cosiddette carenze temporeanee. La lista pubblicata in questo momento è lunghissima: contiene 2.253 medicinali (dentro ci sono anche diverse formulazioni degli stessi principi attivi). Spesso, spiega oggi Repubblica in un articolo a firma di Michele Bocci, sono molecole vecchie, che nessuno usa più, o doppioni, farmaci facili da sostituire e che sono rimasti nel prontuario, notoriamente troppo esteso con le sue 16mila preparazioni. E allora è più interessante andare a vedere per quanti medicinali Aifa ha autorizzato Asl e farmacie a comprare all’estero, perché quello è il segnale che ci sono pazienti cui è materialmente mancata la terapia. Questa seconda lista oggi contiene 237 nomi (per circa 170 principi attivi): quelli degli introvabili. Ci sono antidolorifici, vaccini, antibiotici, ormoni, calmanti.

Nel suo recente allarme, la Francia ha reso noti i dati dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco, da cui emerge come quasi l’80% dei principi attivi oggi venga prodotto in India e Cina. Appena trent’anni fa questa era la percentuale dei produttori europei. Ad essere più a rischio sono i medicinali economici o quelli usati da pochi pazienti, e quindi meno redditizi per le industrie. Ma la carenza riguarda anche l’altro estremo, cioè i farmaci più costosi. In questo caso il pericolo sono i furti, che proprio quest’anno in Italia sono ripresi in modo importante.

237 medicine introvabili

Le 237 medicine introvabili (La Repubblica, 26 agosto 2019)

Un ulteriore problema è l’esportazione parallela, consentita dalla legge ai grossisti e pure ai farmacisti. Ci sono medicinali che all’estero costano di più? Chi li distribuisce decide di toglierli dal mercato italiano per guadagnare di più altrove. Ci sarebbe proprio questo fenomeno dietro alla recente carenza di sei prodotti, per i quali ci sono stati anche casi di contraffazione.

E cioè Neupro, contro il Parkinson, Clexane, un’eparina, Vimpat e Keppra, antiepilettici e Spiriva, per problemi respiratori. Un po’ diverso il caso del Sinemet, un anti Parkinson non costoso che quest’anno ha dato enormi problemi. È mancato per difficoltà produttive, ma Aifa ha deciso di contrastare la carenza applicando per la prima volta il blocco delle esportazioni, norma inserita dalla ministra Giulia Grillo nel decreto Calabria.

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