Come il Lazio si prepara alla “fase rossa” dell’emergenza Coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-10-26

La rete si dovrà allargare ancora: nei prossimi quattro giorni diventeranno operativi altri 400 letti nelle strutture ospedaliere e 150 posti negli alberghi protetti. Come hanno più volte sottolineato i medici in prima linea, se questa situazione arriva all’allarme rosso, a non essere protetti in maniera adeguata e a soffrire di più saranno le persone fragili

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“Il rapporto tra i tamponi e i positivi rimane al 7% un dato in questa fase importante che rappresenta meta’ della media nazionale. L’obiettivo del sistema sanitario regionale è quello di continuare a salvare vite umane tenuto conto che abbiamo uno dei più bassi livelli di letalità – prosegue – Roma e il Lazio stanno tenendo: tutti gli operatori del servizi sanitario, a partire dall’area dell’emergenza-urgenza, dei soccorsi e dei dipartimenti di prevenzione, stanno facendo uno sforzo straordinario per mettere in sicurezza il sistema e tutelare la salute dei cittadini. C’è un grande spirito unitario che ci consentirà di superare le difficoltà”. “Nei prossimi quattro giorni saranno operativi 400 posti letto nelle strutture individuate dall’ordinanza – spiega l’assessore alla Sanità regionale Alessio D’Amato – e ulteriori 150 posti nelle strutture alberghiere protette. Nella call con tutti i direttori generali, presenti anche i rappresentanti della sanità privata, si è avviato anche il lavoro per lo scenario di fase ‘rossa’, con l’obiettivo di salvaguardare Roma e il Lazio. Rivolgo un invito a contattare il proprio medico di medicina generale e a utilizzare la rete dell’emergenza-urgenza in modo appropriato evitando così di mettere ulteriormente sotto pressione i nostri operatori. Soprattutto ricordo che il nuovo Dpcm prevede per le persone in sorveglianza in caso di comparsa di sintomi di avvertire il medico di medicina generale. Il ruolo del Mmg in questa fase è fondamentale”. Spiega Repubblica Roma:

bollettino coronavirus lazio oggi 26 ottobre

La rete covid negli ospedali pubblici e nelle strutture private conta 2.913 posti, tra ordinari, terapia semintensiva e terapia intensiva. Il 21 ottobre, per far fronte a quello che poi si è verificato nella settimana scorsa e cioè un incremento importante e imponente di casi, era stato infatti chiesto a tutte le strutture un aumento di 1.190 posti in ricovero ordinario, e di 231 in terapia intensiva e semintensiva. Nella rete, accanto agli hub covid, in quella data, erano stati immessi altri presidi ospedalieri, ed era stato chiesto l’ampliamento di altri. Erano anche state immesse o ampliate le strutture private. Ma ora, sottolinea la regione, la rete si dovrà allargare ancora: nei prossimi quattro giorni diventeranno operativi altri 400 letti nelle strutture ospedaliere e 150 posti negli alberghi protetti. Dovrebbe anche ripartire lo spoke di Casal Palocco. Come hanno più volte sottolineato i medici in prima linea, se questa situazione arriva all’allarme rosso, a non essere protetti in maniera adeguata e a soffrire di più saranno le persone fragili. Come gli anziani. Già si è vista in questi ultimi giorni una ripresa dei contagi nelle residenze per anziani — come i 71 casi della struttura sociale di Itri scoperti sabato — mentre desta sempre più preoccupazione il blocco dei ricoveri elettivi (cioè programmati) e la difficoltà se non l’impossibilità di eseguire diagnosi tempestive, per esempio sui malati di tumore

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