Il latitante italiano rintracciato e arrestato in Belgio per una foto postata sui social

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-12-04

Un latitante molisano è stato rintracciato a Toumai, in Belgio, dopo che aveva postato – e immediatamente rimosso – una foto su Facebook nella quale si vedeva un ponte pedonale della città

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Per 43 anni Bernardo Provenzano aveva vissuto in latitanza comunicando con pizzini e nascondendosi in bunker dai quali usciva raramente, e soltanto se strettamente necessario. Ai tempi dei social network, però, fuggire dalla legge si fa più difficile: un latitante originario del Molise, ricercato per numerosi reati tra quali rapina, ricettazione e truffa, commessi nelle province di Campobasso e Chieti dal 2010 al 2018, è stato rintracciato dai carabinieri della compagnia di Larino per alcune foto condivise sul suo profilo Facebook di un ponte di una località in Belgio. L’uomo, un 47enne, era fuggito all’estero da oltre tre anni, convinto di poter scampare così alla cattura e alla giustizia.

ponte toumai

Una gaffe però ha posto fine alla sua Odissea: le foto scattate e poi rimosse sono state immediatamente notate dai militari, che hanno poi approfondito la ricerca partendo da un ponte pedonale visibile appena sullo sfondo dell’immagine postata. È stata immediatamente avviata un’autentica caccia al luogo e si è risaliti a una località belga di nome Toumai, al confine con la Francia. Si è scoperto che lì l’uomo aveva aperto un ristorante, chiamandolo con il nome del proprio paese d’origine, “Rotello”.

Le indagini sul latitante partite dalla foto su Facebook

Immediatamente sono stati avviati i rapporti con S.I.R.E.N.E., acronimo di “Supplementary Information Request at the National Entry”, una struttura appositamente creata dal ministero dell’Interno per lo scambio di informazioni tra forze di polizia nell’area dell’Unione Europea che ha funzionato da ponte comunicativo e di interscambio informativo tra i militari dell’Arma e quelli di Francia e Belgio. Le indagini sono state dirette dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di L’Aquila che ha sovrinteso e coordinato ogni singola operazione. Grazie alla cooperazione si è così risaliti al 47enne che, una volta fermato, è stato identificato attraverso la comparazione delle impronte digitali. Dopo l’arresto è stato portato in un carcere belga, in attesa di estradizione: in Italia dovrà scontare oltre cinque anni.

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