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L’accusa a Draghi sul rifiuto dei vaccini all’Africa e il silenzio della politica

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-03

Secondo il quotidiano francese “Le Monde” il Presidente del Consiglio italiano avrebbe opposto un secco rifiuto all’invio di 13 milioni di dosi di vaccini al continente africano

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“Draghi ha detto no all’invio di 13 milioni di vaccini all’Africa”.

L’accusa è di quelle pesanti, la fonte più che autorevole: il quotidiano francese “Le Monde” non ha dubbi e punta il dito direttamente contro il Presidente del Consiglio italiano. Draghi, secondo “Le Monde”, nel corso dell’ultimo summit Ue della scorsa settimana – salutato in Italia come il primo grande successo del nuovo premier – avrebbe rifiutato la proprosta di Angela Merkel ed Emmanuel Macron di inviare in Africa un numero sufficiente perlomeno a coprire gli operatori sanitari impegnate a fronteggiare l’emergenza Covid, oltre ad alcune delle fasce più colpite, per un totale di circa lo 0,5% della popolazione africana.

Un numero sicuramente non risolutivo ma comunque un punto di partenza e un aiuto concreto da parte dei Paesi sviluppati ad alcune delle zone più povere del Pianeta, a corto di dosi visti gli alti costi e dove l’impatto del Covid rischia non solo di trasformarsi in uno tsunami da milioni di morti ma che rischia di coinvolgere anche l’Europa, almeno fino a quando non si raggiungerà l’immunità di gregge. Insomma, oltre l’atto di umanità e solidarietà, ci sarebbe anche un interesse concreto da parte dell’Unione europea. Eppure Mario Draghi avrebbe opposto un netto rifiuto, motivandolo con la difficoltà, da parte dei principali Paesi europei, a garantire una copertura vaccinale all’interno dei propri confini, il che renderebbe impensabile – almeno per ora – destinare un numero relativamente alto di dosi all’altra sponda del Mediterraneo.

Un rifiuto senza se e senza ma

“L’ex presidente della Banca centrale europea non ne vuole sentire parlare” scrive “Le Monde”. Non solo. Mentre altri Paesi “come Belgio, Svezia, Paesi Bassi o Spagna si sono detti piuttosto favorevoli alla proposta”, pur preferendo posticipare l’invio solo una volta che la propria popolazione sia vaccinata, Draghi sembra non aver gradito la soluzione tout-court, escludendola anche in futuro, a prescindere dalla situazione della campagna vaccinale in Italia. La conferma alle indiscrezioni di “Le Monde” è arrivata anche da Lorenzo Robustelli, direttore di Eunews, secondo cui “nessuno a Bruxelles ha commentato e anche in Italia è stata fatta passare sotto silenzio, ma proporre una cosa del genere vuol dire non avere il senso politico di capire i valori politici che esistono nell’Unione europea, oltre che il buon proposito generale di aiutare i più deboli”.

Il silenzio della politica

Una presa di posizione netta che potrebbe avere ripercussioni politiche anche tra i partiti italiani, su uno dei temi tradizionalmente più discussi: quello degli aiuti umanitari e dei rapporti tra Europa e Africa. Al momento il Presidente del Consiglio non ha né confermato né smentito la notizia, in quello che è ormai il proverbiale silenzio di Palazzo Chigi, né alcun partito ha chiesto conto a Draghi di questa scelta, anche perché l’unica opposizione rimasta è quella di Giorgia Meloni, e pare difficile che su questo punto specifico la leader di Fratelli d’Italia possa erigere barricate.

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