Attualità

Libero, la vendetta di Belpietro

Alessandro D'Amato 18/05/2016

L’editore lo caccia per fare un giornale vicino a Verdini, lui oggi spiega le ragioni del no al referendum renziano

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Quello di oggi è stato l’ultimo numero di Libero firmato da Maurizio Belpietro, che da domani vedrà il ritorno di Vittorio Feltri alla direzione in attesa di una probabile fusione con il Tempo e un cambio di linea editoriale che porterà il quotidiano a mollare Meloni e Salvini per approdare nelle più sicure fila del centrodestra moderato, in appoggio a Denis Verdini. Ovviamente il cambio di linea editoriale porterà anche a un diverso atteggiamento nei confronti degli appuntamenti politici più importanti, come il referendum sulle riforme di Renzi. E proprio su questo argomento decide oggi casualmente di aprire Libero, che pubblica una lettera autenticissima (il mittente è un certo Mario Neri: si vede che quella di Mario Rossi se l’erano persa) dove gli si chiede conto della posizione del quotidiano sul referendum dopo quanto scritto da Feltri e Giordano.

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L’ultimo numero di Libero firmato da Maurizio Belpietro


Il caro Belpietro approfitta quindi dell’occasione per mettere per l’ultima volta le cose in chiaro:

Caro Neri,
non so cosa pensi la direzione di Libero, so che cosa pensa Maurizio Belpietro che fino a ieri sera di Libero era il direttore. Io sono per il No e per un motivo molto semplice:perché la riforma costituzionale su cui gli italiani sono chiamati a pronunciarsi non è equilibrata ma pende tutta a favore di Renzi. Non sono mai stato tra coloro che difendevano a spada tratta la nostra Carta, né l’ho mai definita come alcuni «la più bella del mondo». Le mie opinioni al riguardo coincidono con quelle di Indro Montanelli, quando Montanelli era Montanelli e non era ancora stato roso dal tarlo dell’anti-berlusconismo.
Credo che la Costituzione sia il frutto di un brutto compromesso e la si debba rendere più moderna e efficiente, togliendole alcuni orpelli ideologici di cui ridonda. Tuttavia penso anche che non si fa la riforma della Costituzione contro qualcuno, né la si fa per consolidare o conservare il potere di qualcuno. E invece la riforma voluta da Renzi punta proprio a questo. Anzi: punta solo a questo. Non a risparmiare, non a velocizzare i processi decisionali, ma a consentire che le sue decisioni non incontrino gli intralci del Parlamento. Renzi si è fatto una Costituzione su misura, dopo essersi fatto una legge elettorale su misura, con la quale deciderà lui, capo del governo e capo del Pd, chi far sedere a Montecitorio. L’uomo è pericoloso per come gestisce il potere, per come lo occupa e per come lo usa contro gli avversari. Con in mano una Costituzione che gli assegna pieni poteri lo sarà ancora di più.

L’editoriale si conclude con un gelido saluto al lettore:

Ps. Questo è il mio ultimo articolo per Libero. L’editore ha deciso un avvicendamento alla guida del vostro quotidiano. Come in ogni giornale, l’editore è sovrano e io mi faccio da parte.

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