La “variante Europeo” colpisce Roma: maxi-focolaio in corso Trieste

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-07-17

Primi effetti della sbornia europea delle settimane scorse. A farne le spese è soprattutto la Capitale, dove si registrano vari focolai direttamente legati a partite e festeggiamenti

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Ce ne pentiremo. Lo avevamo detto un po’ tutti, e in particolare qui a Next Quotidiano dopo aver visto le scene di euforia e delirio collettivo seguite alla vittoria italiana ad Euro 2020, e in particolare la parata lungo le vie di Roma del pullman scoperto tra due ali di folla (rigorosamente senza mascherina) con a bordo i freschi campioni azzurri. Oggi i peggiori timori stanno avendo tristemente conferma nei dati, che parlano di alcuni importanti focolai post-Europei proprio a Roma, proprio nei luoghi in cui si sono consumati i festeggiamenti e i conseguenti assembramenti.

Ad essere più colpita da quella che hanno già definito “variante Europeo” è corso Trieste. La Asl Roma 1 ha, infatti, confermato la positività di una trentina di ragazzi – come riporta “la Repubblica” – oltre ad altri venti che sarebbero sotto stretta osservazione. Cos’hanno in comune? Erano tutti insieme in un locale del corso a vedere la partita la sera della semifinale tra Italia e Spagna, vinta poi ai rigori dagli Azzurri. Non è bastato neppure il fatto che si sia trattato di uno spazio all’aperto, una sorta di chiosco in cui si sono riversati decine di ragazzi e ragazze, molti dei quali erano anche già vaccinati ma – è il timore degli esperti – forse ancora troppo fresco per risultare efficace.

“Abbiamo voluto far divertire e festeggiare la gente? Ora ne paghiamo le conseguenze” ha detto al quotidiano Fabio Vivaldi, direttore del Sisp della Asl Roma 2, come viene riportato sempre dal quotidiano “la Repubblica”. “Noi siamo preparati all’aumento dei contagi, ma la popolazione non lo è. E ormai tracciare è un inferno, le persone negano, anche davanti all’evidenza, di conoscere i positivi. E s’infastidiscono anche, dicono che non è nostra competenza sapere cosa hanno fatto. Noi non siamo poliziotti, il nostro è un compito sanitario, in tempi di pandemia. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti – conclude Vivaldi – è vero che per quanto riguarda l’aspetto clinico la malattia è sicuramente meno preoccupante, l’aumento dei contagi è davvero troppo elevato. Non giochiamo col virus”.

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