La tradizionale polemica sui canti di Natale fa tappa a Pontevico

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-12-16

Tre parole cambiate in una canzone scatenano l’ira del parroco e del sindaco. E mentre le maestre e la Dirigente Scolastica difendono la loro scelta spunta un altro giallo: chi ha messo un berretto di lana sulla testa della statua di San Francesco? Preparatevi, la paranoia del Natale negato è in arrivo anche nel 2016

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Come ogni anno con l’avvicinarsi del Natale spuntano sui giornali notizie di attacchi alla tradizione cattolica con atti di censura nei confronti del Natale. L’anno scorso l’attacco sferrato alle tradizioni del nostro Bel Paese aveva avuto come fronte principale della battaglia la scuola di Rozzano colpevole di aver “cancellato il Natale” e presso la quale erano accorsi numerosi politici e opinionisti per spiegarci che così non si fa e che non è giusto privare i nostri bambini della gioia del Natale (poi si è scoperto che le cose stavano diversamente ma nessuno ha chiesto scusa). La stessa frenesia natalizia aveva colto qualche tempo dopo alcuni genitori di un istituto comprensivo di Pisa, che avevano firmato una petizione per poter realizzare il presepe e cantare i canti di Natale. Per quest’anno ci spostiamo di nuovo in Nord Italia a Pontevico in provincia di Brescia dove sta esplodendo il dramma di Natale 2016.
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Tutti già schierati a difesa della tradizione

A scatenare le polemiche la decisione dei docenti dell’Istituto comprensivo di Pontevico di cancellare dal testo della canzone Merry Christmas-Buon Natale che gli alunni della scuola stanno imparando per andare in scena durante i tradizionali spettacoli natalizi a base di bambini recalcitranti e nasi che colano i riferimenti a Gesù. Nella canzone, che è tutto tranne che una canzone tradizionale di Natale, il verso «canta perché è nato Gesù» è stato sostituito con «canta perché è festa per te». Scelta fatta per venire incontro a quelle famiglie che non sono cattoliche e per favore un percorso di integrazione multiculturale che però non è piaciuto ad alcuni genitori che, come riferisce il Giornale di Brescia, hanno commentato dicendo che così «sarà solamente il surrogato di uno spettacolo natalizio». Nemmeno i sacerdoti locali, monsignor Antonio Tomasoni e don Antonio Forti, approvano la decisione, tanto più che la scuola ha presenterà lo spettacolo all’interno del teatro dell’oratorio parrocchiale, come i due tengono a ricordare: «La canzone deve essere interpretata nella forma originale. Chiedere all’oratorio la concessione del teatro con questo spirito non va molto bene». Anche il sindaco del Paese, Roberto Bozzoni, esprime tutta la sua contrarietà per la decisione rimarcando la presa di distanza della sua Amministrazione da una simile scelta:

Siamo contrari a una simile decisione. Si tratta di una scelta che la nostra Amministrazione non condivide affatto e che è anche piuttosto difficile da comprendere. In virtù di un non ben precisato pluralismo e di una accoglienza generalizzata si finisce per cancellare le nostre tradizioni e i valori nei quali la nostra comunità crede da sempre. Non mi sembra una strada percorribile e, soprattutto, accettabile. Oltre tutto mi sembra che in merito a una questione tanto delicata la decisione non debba essere presa da un gruppo di maestre, ma sia di competenza della Dirigente Scolastica.

E sulla questione è intervenuta proprio la Dirigente Scolastica, la professoressa Paola Bellini, che ha puntualizzato come l’intento non fosse assolutamente quello di negare la tradizione cristiana ma di voler creare un percorso che possa rendere “abitabile per tutti la realtà odierna” e che in un comunicato ha ricordato anche come la scuola sia molto impegnata sul fronte della tradizione religiosa cattolica:

Nelle nostre scuole sono appesi crocifissi, immagini della Vergine Maria (statue presenti sul territorio) appese nei corridoi e si mandano gli alunni cattolici a vari incontri di preghiera, in collaborazione con la parrocchia. Anzi: il nostro istituto, in collaborazione con Caritas di Pontevico, ha garantito l’accoglienza di vari alunni con lo status di rifugiati politici e richiedenti asilo. Mi chiedo, leggendo le parole dell’abate, che fine abbia fatto questa collaborazione sostanziale.

A scuola a fare la messa ci vanno senza problemi (perché è un diritto, vero?)

Stessi concetti ribaditi anche dai docenti della scuola primaria di Pontevico che dopo aver ricordato che alla vita scolastica partecipano anche i genitori (tramite gli organi collegiali quali il Consiglio d’Istituto e i Consigli d’interclasse) hanno spiegato le ragioni didattiche in virtù delle quali si è arrivati a modificare tre parole di un testo di una delle sette canzoni che verranno cantate dagli alunni. Gli insegnanti spiegano che il saggio fa parte di un percorso didattico di propedeutica musicale svolto in collaborazione con il gruppo bandistico di Pontevico ed è frutto di scelte educative e culturali ben precise. Inoltre i due spettacoli non saranno eventi di Natale ma manifestazioni musicali nelle quali i bambini canteranno canzoni che si richiamano a temi universali come i concetti di pace e solidarietà:

Il contesto netto di gestire e modificare tre parole di una sola canzone, su sette canti, per la realizzazione di un saggio, fatto al termine di un percorso didattico in collaborazione con il gruppo bandistico di Pontevico, è frutto di scelte ponderate, fatte da professionisti e con obiettivi formativi, culturali ed educativi ben precisi: si puntualizza che abbiamo spontaneamente richiesto l’utilizzo del teatro dell’oratorio e se la comunità religiosa non ci volesse più ospitare troveremo altro luogo

Anche docenti hanno voluto ricordare alle autorità ecclesiastiche come per il resto la scuola sia più che aderente ai simboli dell’identità culturale e religiosa del nostro Paese e come gli alunni partecipino agli eventi religiosi con la partecipazione dei sacerdoti all’interno dell’istituto per la celebrazione delle ricorrenze religiose.

Facciamo presente, per correttezza d’informazione, che in tutti gli spazi del nostro edificio è presente il Crocifisso, simbolo dell’identità culturale e religiosa italiana; i nostri alunni partecipano attivamente a tutte le iniziative culturali e religiose promosse dai vari enti presenti sul territorio: commemorazione dei caduti, festa della Liberazione, santa messa di inizio e fine d’Anno Scolastico, preparazione all’Avvento e alla Pasqua (con la collaborazione dei sacerdoti e all’interno del nostro istituto), ecc. Teniamo a sottolineare che molti di noi sono presenti personalmente e fattivamente all’interno delle molteplici attività della comunità parrocchiale.

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Nel frattempo la polemica non si placa, e ieri molta preoccupazione ha destato (stando a quanto riferisce il Giornale di Brescia) il fatto che sulla testa della statua di San Francesco sia stato messo un berretto di lana “quasi a voler coprire l’aureola del Santo” pare sia stata l’interpretazione data da alcuni attenti (e osservanti) analisti di cose religiose. Naturalmente su Facebook i commenti delle persone indignate per il “regalo” fatto ai musulmani e non credenti (a Pontevico il 30% degli alunni non è di religione cattolica) si sprecano.

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Perché alla fine quello che sta succedendo ad Aleppo val bene una battuta

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