La storia di Renzi che vuole il Ponte sullo Stretto

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-11-06

La frase sul ponte sembra proprio messa lì apposta per fare pubblicità al libro di Vespa. Anche perché lo stesso premier parla di “altre priorità”. Ma il percorso di avvicinamento alla Grande Opera era cominciato con Verdini e Alfano. E vista la lista delle infrastrutture necessarie al Sud…

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«Ora, prima di discutere del ponte, sistemiamo l’acqua di Messina, i depuratori e le bonifiche. Investiamo 2 miliardi nei prossimi cinque anni in Sicilia per le strade e le ferrovie. E poi faremo anche il ponte»: anche stavolta Bruno Vespa riesce nell’impresa di far parlare di sé e del suo libro natalizio, stavolta grazie a una frase di Matteo Renzi contenuta in Donne d’Italia. «Certo che si farà, il problema è quando», è il virgolettato attribuito a Renzi nelle anticipazioni del libro. Subito rilanciato con la consueta sobrietà e lo stile british da alcuni quotidiani on line.
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La storia di Renzi che vuole il Ponte sullo Stretto

L’anticipazione però andrebbe letta tutta. Questa è la seconda parte:

“A Messina – dice Renzi – abbiamo mandato l’esercito con le autobotti perché mancava l’acqua e le autorità locali non riuscivano a risolvere il problema. Ora, prima di discutere del ponte, sistemiamo l’acqua di Messina, i depuratori e le bonifiche. Investiamo 2 miliardi nei prossimi cinque anni in Sicilia per le strade e le ferrovie”, aggiunge il presidente del Consiglio. “E poi faremo anche il ponte, portando l’alta velocità finalmente anche in Sicilia e investendo su Reggio Calabria, che è una città chiave per il Sud. Dall’altra parte dobbiamo finire la Salerno – Reggio Calabria. Quando avremo chiuso questi dossier, sarà evidente che la storia, la tecnologia, l’ingegneria andranno nella direzione del ponte, che diventerà un altro bellissimo simbolo dell’Italia. Ma primum vivere, avrebbero detto i latini. Ora abbiamo le autobotti per Messina. Poi penseremo al resto. Con un’avvertenza”.
E qui Renzi si toglie un sassolino. “Noi, i soldi per la Sicilia, non li facciamo spendere ai soliti. Facciamo pulito. Abbiamo già iniziato, del resto. Non sono solito guardare dal buco della serratura delle intercettazioni. Ma scoprire che i dirigenti dell’Anas corrotti si dicono “Sbrighiamoci, perché Renzi qui vuole cambiare tutto” mi conferma in ciò che stiamo facendo con il nuovo presidente Armani. In certe strutture la rottamazione è ancora poco: occorre disintegrare e disinfettare”.

Come si capisce, la frase di Renzi sembra una delle sue solite boutade – «Quando avremo chiuso questi dossier, sarà evidente che la storia, la tecnologia, l’ingegneria andranno nella direzione del ponte» – che durano di solito lo spazio di un titolo di giornale. E della questione sembra essersi accorta anche Jole Santelli, deputata di Forza Italia:  «Il premier Renzi afferma la volontà di fare il Ponte sullo Stretto ma conferma le parole di Delrio sul fatto che questa non è certo un’opera fondamentale per il governo. Elenca una serie di cose da far prima, compreso il completamento della Sa-RC, sul quale si è denunciata la ‘truffa’ da parte del governo sul completamento ottenuto senza fare i lavori di ammodernamento. Insomma questo si conferma il governo delle bolle di sapone, dichiarazioni roboanti che al netto dei toni non dicono nulla. Ora la barzelletta del Ponte, si farà, quando non si sa… dopo il resto, ora no, però è una bella cosa il Ponte. Tradotto dal politichese non si fa e basta. Trova solo posto come citazione nel libro delle buone intenzioni». E anche il ministro Delrio non sembra aver capito male: «Con il Presidente Renzi c’è convergenza di vedute: ha elencato giustamente le priorità per il Sud e ha posto la valutazione del Ponte sullo Stretto solo dopo che saranno vinte le sfide che abbiamo davanti».
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La fantasia politica sul Ponte sullo Stretto di Messina

Di ponte sullo Stretto Renzi parla già da qualche tempo, su spinta di Alfano e dell’NCD. E c’è da ricordare che il ponte faceva parte di un documento dei verdiniani con le richieste per l’appoggio al governo. Facile quindi che l’utopia renziana parta proprio da queste chiacchiere. Ma il Ponte è un progetto antico: nel 2002 comincia la progettazione sotto il governo Berlusconi, nel 2005 la Impregilo vince la gara come general contractor; l’anno dopo Berlusconi perde le elezioni e il progetto scompare dai radar, per tornarci due anni dopo con la nuova vittoria del Cavaliere alle elezioni. Nel frattempo  La Commissione europea fa sapere che non prenderà alcun impegno riguardo a un possibile inserimento tra i progetti prioritari Ue del Ponte sullo Stretto di Messina: lo dice, lo scorso 19 ottobre, il commissario Ue ai Trasporti, Siim Kallas, nel corso della presentazione delle priorità europee previste nel piano di investimenti per le reti infrastrutturali. 2012 Il governo Monti, in piena crisi, decide di fermare il progetto e di prorogare, per un periodo complessivo di circa 2 anni, i termini per l’approvazione del progetto definitivo “al fine di verificarne la fattibilita’ tecnica e la sussistenza delle effettive condizioni di bancabilita”’. Eurolink, general contractor di cui è capofila Impregilo, decide di recedere. Il governo Monti mette in Stabilità 300 milioni in caso di penali a valere sul fondo di coesione sociale. 2013 Con il Dpcm del 15 aprile la società Stretto di Messina costituita nel 1981 e controllata da Anas, è stata posta in liquidazione. “Mi auguro e spero che Renzi riapra il dossier” della costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, afferma un anno fa l’amministratore delegato di Salini Impregilo, Pietro Salini, dopo aver parlato con il premier e aggiunge di essere disponibile a rinunciare alle penali per la sua mancata realizzazione. Fino al libro di Vespa.

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