La storia delle 50 atomiche USA dalla Turchia ad Aviano

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-12-31

La frase del generale a riposo Charles Chuck Wald della Us Air Force in una intervista all’agenzia Bloomberg del 16 novembre scorso e la smentita del ministero della Difesa

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«Cinquanta testate nucleari sarebbero pronte a traslocare dalla base turca di Incirlik, in Anatolia, alla base Usaf di Aviano, in Friuli Venezia Giulia, in quanto gli Usa diffiderebbero sempre più della fedeltà alla Nato del presidente turco Erdogan»: lo ha dichiarato il generale a riposo Charles Chuck Wald della Us Air Force in una intervista all’agenzia Bloomberg del 16 novembre scorso e ripresa in questi giorni dal Gazzettino. Un’ipotesi smentita ieri dal ministero della Difesa in maniera coperta, ovvero da fonti che non vengono menzionate: «Notizia priva di fondamento. Mai avuta nessuna richiesta in tal senso». Va ricordato che di testate atomiche in Italia ce ne sono già oltre 70 e se si aggiungessero quelle americane nella base di Incirlik sfonderemmo ogni record, superando anche la Germania (ma dietro a Gran Bretagna e Francia). Alberto Negri sul Manifesto però scrive che la smentita non è così credibile, visto che Wald  è stato comandante ad Aviano e continua a rivestire incarichi nella Amministrazione Usa: non è uno che parla a vanvera.

In Italia il generale Wald si dimostrò un grande decisionista con pressioni sulle autorità locali per ottenere il via libera al grande Progetto Aviano 2000: imponenti infrastrutture e abitazioni per lo stormo e le famiglie dei militari. La decisione Usa sarebbe la conseguenza del riavvicinamento di Erdogan a Putin, sancito dalla vendita ad Ankara delle batterie anti-missile russe S-400: è la prima volta che un Paese Nato acquista armi da Mosca e per questo alla Turchia è stata congelata la consegna dei nuovi caccia F-35 e si annunciano sul reiss turco nuove sanzioni – secondo l’informato quotidiano israeliano Haaretz. Se il trasferimento si concretizzasse i bunker americani in provincia di Pordenone dove ci sono già una cinquantina di atomiche diventerebbero il deposito nucleare più grande d’Europa.

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Charles Chuck Wald: foto da AF.MIL

Secondo le ultime stime della Federazione degli scienziati americani, in ciascuna delle due basi italiane e in quelle in Germania, Belgio e Paesi Bassi vi sarebbero attualmente 20 B-61, per un totale di 100 più 50 a Incirlik in Turchia. Nessuno però può verificare quante siano in realtà. I governi italiani hanno sempre taciuto; come tace la Regione Friuli Venezia Giulia guidata dalla Lega «sovranista». Dalle stime risulta che gli Usa stiano diminuendo il loro numero, e non è tranquillizzante. Si preparano infatti a sostituirle con le nuove bombe nucleari B61-12.

A differenza della B61 sganciata in verticale, la B61-12 si dirige verso l’obiettivo guidata da un sistema satellitare ed ha la capacità di penetrare nel sottosuolo, esplodendo in profondità per distruggere i bunker dei centri di comando. Il programma del Pentagono prevede la costruzione a partire dal 2021 di 500 B61-12, con un costo di circa 10 miliardi di dollari. Non si sa quante B61-12 verranno schierate in Italia né in quali basi, probabilmente non solo ad Aviano e Ghedi.

Come risulta dallo stesso bando di progettazione pubblicato dal ministero della Difesa, i nuovi hangar di Ghedi potranno ospitare 30 caccia F-35 con 60 bombe nucleari B61-12, il triplo delle attuali B-61.

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