La storia della foto simbolo della tragedia siriana

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-10-25

L’immagine di un padre mutilato che sorride con in braccio il figlioletto nato senza arti ha ricevuto il premio come foto dell’anno a Siena

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Un’immagine simbolo per raccontare la storia. Quella di una guerra sparita dai radar della narrazione giornalistica, ma che prosegue sottotraccia da anni con tangibili implicazioni negative per la vita dei cittadini siriani, senza provocare più indignazione. Questa è la storia della foto del padre e del figlio in Siria che ha vinto i Siena international photo awards (Sipa) 2021. Uno scatto realizzato dal fotografo turco Mehmet Aslan e che ha un titolo emblematico: “Hardship of life” (Difficoltà della vita).

Foto padre figlio Siria, la storia dell’immagine che ha vinto i Siena Awards

“Il padre di questo ragazzino, Munzir, ha perso la gamba destra quando una bomba è stata lanciata mentre attraversava un bazar a Idlib, Siria. Suo figlio Mustafa è nato senza arti inferiori o superiori a causa della tetra-amelia, un disturbo congenito causato dalle medicine che sua madre Zeynep ha dovuto assumere dopo essere stata ammalata dal gas nervino rilasciato durante la guerra in Siria. Mustafa avrà bisogno di protesi elettroniche speciali in futuro che, purtroppo, non sono ancora disponibili in Turchia”. Questa è la descrizione della foto simbolo della tragedia siriana premiata a Siena. L’immagine di un padre e un figlio che sorridono, nonostante tutte le difficoltà provocate da quel conflitto irrisolto in una terra al centro di mille attenzioni politiche di cui, però, spesso si dimenticano le implicazioni sociali.

Una foto di una potenza inaudita. Un’immagine che racconta – con un solo frame – gioia e sofferenza. Anzi, gioia nonostante la sofferenza. Perché la guerra in Siria – prima civile, poi “internazionale” – ha provocato tante e innumerevoli storie come quelle di papà Munzir, mamma Zeynep e del piccolo Mustafa. Perché la famiglia del bambino di soli 5 anni lotta da tempo per cercare una cura. Lo aveva detto, solo qualche tempo fa, la madre in un’intervista al Washington Post: “Abbiamo cercato per anni di farci sentire per aiutare mio giglio con i trattamenti, faremmo di tutto per dargli una vita migliore”.E questo scatto racchiude in sé una storia non raccontata, ma visibile a tutti. Con quel sorriso che fa da radioso sfondo alle difficoltà della vita. Difficoltà che nessuno dei protagonisti si è cercato.

(foto da pagina Facebook Siena Awards)

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