La storia del secondo appalto dell’azienda del cognato di Fontana

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-07

Dalle indagini è emerso infatti che su «indicazione» dell’assessore regionale Raffaele Cattaneo la “Dama Spa, aveva offerto altri 200 mila camici ad Aria, la centrale acquisti della regione Lombardia a integrazione del primo ordine da 75 mila camici

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C’è un secondo appalto di Dama SPA sotto la lente degli inquirenti che indagano sul presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana. Paolo Colonnello sulla Stampa scrive oggi che dalle indagini è emerso infatti che su «indicazione» dell’assessore regionale Raffaele Cattaneo – figura chiave di tutta questa storia e in quel periodo a capo dell’unità di emergenza che doveva reperire camici ovunque – la “Dama Spa, aveva offerto altri 200 mila camici ad Aria, la centrale acquisti della regione Lombardia a integrazione del primo ordine da 75 mila camici.

Lo dimostrerebbe una mail, ora acquisita dalla Procura, datata 22 aprile, ovvero 6 giorni dopo il primo ordine, formalizzato il 16 dello stesso mese. Come mai Cattaneo, che sapeva perfettamente che Dini era il cognato del presidente, lo invita a diventare fornitore della Lombardia senza chiedergli alcun documento che certifichi il conflitto d’interessi? La richiesta di integrare la prima fornitura venne inviata direttamente a Filippo Bongiovanni, all’epoca direttore generale di Aria e non si capisce perché, quando la trasmissione Report chiese di poter prendere visione delle aziende fornitrici della regione, proprio il nome di Dama, sparì dall’elenco.

report attilio fontana dama camici 12

Piccoli gialli, dettagli da chiarire, che costellano un’inchiesta definita dagli stessi magistrati “fluida” ma che pende come una pericolosa spada di Damocle sul futuro del governo della Regione ormai da anni saldamente in mano leghista e quindi sul futuro dello stesso segretario del Carroccio Matteo Salvini, che del governatore Fontana è il primo garante, avendo messo la sua ex compagna, Giulia Martinelli, a capo della stessa segreteria del presidente. Anzi, sarebbe stata proprio lei, il 10 maggio scorso, dopo essere stata informata dall’ex direttore generale di Aria Bongiovanni, ad avvisare Fontana che anche suo cognato figurava tra i fornitori della regione, lasciandolo “sbigottito”, come ha dichiarato in un verbale difensivo raccolto dal legale del governatore a testimonianza della buona fede di Fontana.

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