La storia del Curriculum di Orsini e del suo Osservatorio che non ha nulla a che vedere con Russia e guerra in Ucraina

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-05-05

La Stampa ha analizzato il curriculum del professore di Sociologia per capire a che “titolo” sia onnipresente in tv per parlare di temi non afferenti al suo ruolo

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Fino a circa due mesi fa, la maggior parte degli italiani non conosceva Alessandro Orsini. Non perché non fosse un bravo docente universitario di Sociologia, ma perché lontano dalla ribalta mediatica. Aveva partecipato ad alcune trasmissioni televisive, aveva scritto libri e saggi. Ma, certamente, era considerata una personalità di nicchia, soprattutto per i temi affrontati che erano abbastanza lontani dal manistream e della quotidianità. Poi, con l’invasione russa e l’inizio della guerra in Ucraina, la sua popolarità è cresciuta a dismisura: (quasi) ogni giorno ospite di una trasmissione televisiva e le sue tesi che hanno sollevato da una parte apprezzamenti e dall’altra forti contestazioni.

Orsini e il curriculum per poter parlare della guerra in Ucraina

Ma chi è Alessandro Orsini? Con quali titoli parla, da esperto, della guerra in Ucraina e di situazioni geo-politiche dentro e fuori il conflitto deflagrato all’alba del 24 febbraio scorso. Il quotidiano La Stampa ha voluto analizzare il Curriculum Vitae del professore di sociologia e le sue pubblicazioni, oltre al lavoro svolto presso l’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale dell’Università Luiss che nei giorni scorsi ha comunicato il mancato rinnovo di contratto. E da lì emergerebbero alcune lacune, come evidenziato dal Professor Francesco Ramella, sociologo dell’Università di Torino:

“Nei Cv che ho potuto visionare online non trovo una singola pubblicazione scientifica sulla materia in cui si cimenta in Tv. Allora mi domando: lo si invita per l’originalità o la profondità del suo sapere scientifico, o perché sa creare un meccanismo morboso di attenzione mediatica?”.

La Stampa non si è limitata all’analisi del Curriculum di Alessandro Orsini e ha deciso di andare più a fondo, cercando di capire se nel suo lavoro di guida dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della Luiss ci fossero pubblicazioni inerenti alla situazione conflittuale tra Russia e Ucraina. La sua specializzazione, come confermato da un suo lavoro precedente all’Università di Tor Vergata, è sul terrorismo: rosso, nero e jihadista. Un ruolo che, dunque, ha rappresentato i primi gradini della sua strada verso le analisi dei contesti internazionali. Il quotidiano diretto da Massimo Giannini, però, rivela un aspetto.

Ma prodotti scientifici di questi due centri non se ne trovano. Nel caso di Tor Vergata, si trova traccia solo di una conferenza tenuta due mesi e mezzo dopo la costituzione del Centro stesso. Null’altro per il resto dei tre anni. Ci viene poi spiegato che la struttura «non ha mai fatto nulla», e che «è rimasto sulla carta».

Mancherebbero, dunque, testimonianza tangibili di un lavoro effettivamente condotto, di ricerche completate con la pubblicazione di documenti su temi di sicurezza nazionale e internazionale. Ovviamente, occorre sottolinearlo, Alessandro Orsini è uno studioso che, però, non è molto ben visto dai colleghi sociologi che insegnano in altre Università italiane. Ancor più oggi, quando la sua esposizione mediatica è cresciuta per via delle sue posizioni sulla guerra in Ucraina e tutto il contorno. Posizioni che dividono e, dunque, fanno audience.

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